I patrizi fanno rivivere la Mendrisio di un tempo

Immaginatevi (o recatevi davvero sul posto) di essere al centro del Piazzale alla Valle a Mendrisio e volgete lo sguardo verso la chiesa. Ebbene, nel luogo in cui siete (o immaginate di essere) una volta il fiume Morée scorreva a cielo aperto. In piazza del Ponte, invece, oggi non si può più scorgere la fontana disegnata da Luigi Fontana che fu posata nel 1843. Pensate, oppure, alla base della torre che ancora oggi si può osservare, sempre in piazza. È quel che resta del campanile dell’allora chiesa parrocchiale; parte superiore del campanile che venne demolita nel 1907. Sono solo alcuni esempi che dimostrano come sia cambiato quello che tradizionalmente viene chiamato il Magnifico Borgo. La Mendrisio che fu e quella odierna oggi possono essere, diciamo così, paragonate, grazie all’iniziativa della Corporazione Patrizi di Mendrisio. Corporazione che ha organizzato diversi appuntamenti per festeggiare il 50.esimo anno di vita.
Un tuffo nel passato
Si omaggia il mezzo secolo di vita ma, in realtà, i patrizi erano già prima ben presenti. Una corporazione, di fatto, ricostituita nel 1974: nel 1805, infatti, all’indomani della costituzione del Canton Ticino nel 1803, il Patriziato di Mendrisio si sciolse e tutti i suoi beni passarono gradualmente al neonato Comune politico Il Patriziato sopravvisse, aggiornando gli elenchi, ancora fino al 1861). Oggi, come visto, il Patriziato è ben presente e rinnova la propria presenza sul territorio. A partire da questa iniziativa: «un gioco per le vie del Borgo alla scoperta della Mendrisio del passato». Come partecipare? I cofanetti con le cartoline e la mappa si possono ritirare nei totem situati alla stazione ferroviaria, in piazza del Ponte e al Piazzale alla Valle. Ogni cartolina reca le coordinate cartografiche del posto in cui la fotografia – del secolo scorso – è stata scattata. Andando al luogo indicato si potrà così fare il paragone tra il paesaggio di allora e quello di oggi. Una gigantografia, su ogni totem, inoltre, permette di fare la stessa operazione.
Si tratta, in sostanza, di un’iniziativa che vuole tramandare la memoria dei luoghi e proporre una passeggiata originale in città. Il materiale a disposizione, inoltre, è utile a fini fidattici e riporta note storiche che completano l’esperienza. Come quella che, per l’occasione, hanno vissuto ieri i bambini di una classe delle scuole elementari di Arzo.
«La nostra storia»
«Approfittiamo di questo evento per divulgare con passione la nostra storia che va rispettata ed amata – ha spiegato ieri, all’incontro di presentazione della mostra fotografica, il vicepresidente della Corporazione Claudio Fontana –. A partire da questo momento e per tutto il mese di giugno chi vorrà avrà la possibilità di osservare con gli occhi di oggi diversi spaccati della vita di un tempo disseminati attraverso un percorso nel nucleo storico e alla stazione». I giovani (e i meno giovani) di oggi, dunque, potranno «immergersi nella vita dei propri nonni e bisnonni senza i filtri di uno schermo digitale o di una realtà virtuale». E poi, sottolinea Fontana, c’è anche l’amore per il proprio paese: «Rivivere il territorio con statti di inizio ‘900 sarà culturalmente molto stimolante ed è anche un segno di riconoscimento e rispetto verso tutti quelli che ci hanno percorso con le loro vite fatte di fatica e difficoltà ma piene di orgoglio verso il loro paese». Senza dimenticare il passato fatto di emigrazione, ben presente anche nel Mendrisiotto. Non a caso, capita sovente di sentire il detto «Mendris e pö Paris!». Un modo di dire che si ancora alla leggenda – probabilmente non molto verosimile – che a Mendrisio sia arrivata l’illuminazione elettrica prima che a Parigi. In realtà, lo ammettono gli stessi patrizi, sembra che il modo di dire sia piuttosto legato a storie di emigrazione. Resta, ad ogni modo, l’orgoglio dei nostri antenati per il Magnifico Borgo.