Immobiliare

I proprietari suonano l’allarme: «Ritardi sui piani regolatori»

L’associazione ticinese dei proprietari fondiari fa il punto sulle sue principali preoccupazioni, tra pianificazione territoriale, risanamento energetico – Ma a inquietare il presidente Gianluigi Piazzini è soprattutto la denatalità
Risanare un immobile a reddito comporta spesso difficoltà pratiche. © CdT/Chiara Zocchetti
Jacopo Rauseo
07.06.2024 23:04

«Stiamo perdendo del tempo prezioso e ci rifiutiamo di vedere l’evidenza dei fatti». Ha esordito così Gianluigi Piazzini, presidente della Camera ticinese dell’economia fondiaria (Catef), alla conferenza stampa alla Villa Negroni di Vezia, durante la quale Piazzini ha esposto il quadro di riferimento e le principali preoccupazioni dell’associazione che dal 1960 si batte in difesa del patrimonio fondiario ticinese e della tutela della proprietà immobiliare.

Si prosegue a rilento

Il presidente della Catef ha iniziato il suo intervento soffermandosi sulla lenta implementazione della modifica alla legge federale sulla pianificazione territoriale (LPT), votata a larga maggioranza dal popolo nel 2013. Come ricorda Piazzini, in Ticino la ricezione della legge ha preso tempo e creato non poche preoccupazioni per i proprietari. In questo momento «la palla è ai Comuni» che sono tenuti a presentare la revisione dei rispettivi Piani regolatori.

La scadenza del 19 ottobre per apportare le dovute modifiche si avvicina e, per la Catef, del tema non se ne parla abbastanza. «A suo tempo il Governo e i suoi tecnici rassicuravano che vi erano da apportare solo piccole modifiche, ma adesso ci stiamo rendendo conto che la realtà è diversa», sostiene Piazzini, criticando il ritardo del Cantone nell’ammettere che le proiezioni fatte in passato si basassero su delle stime della natalità eccessivamente ottimiste.

In poche parole, il messaggio della Catef è che si dovranno fare i conti con il sovradimensionamento delle zone edificabili e giustificare, forse anche a Berna, eventuali esuberi. «Con i piani regolatori siamo in un momento delicato», sostiene Piazzini, che aggiunge: «È un grosso problema, che potrebbe diventare anche un’opportunità se nel giustificare gli esuberi ci si soffermasse e si riflettesse su una visione d’insieme».

Anche dal lato del risanamento energetico si procede a rilento. «Se per gli immobili a uso proprio gli interventi di risanamento sono un Verkaufsargument, per quanto riguarda gli immobili a reddito vi è il buio», ammonisce Piazzini, che sostiene come l’argomento sia molto importante nel caso ticinese, dove si stima che «circa il 30% dell’edificato è datato».

Gli interventi di risanamento nel caso di immobili a reddito risultano infatti più invasivi e non di rado emergono difficoltà pratiche nel portare avanti i lavori. Per affrontare la questione, la Catef propone l’utilizzo di «esempi significativi» che distinguono fra uso proprio e palazzi a reddito per semplificare le procedure, in modo da permettere interventi intelligenti e misurati alle differenti possibilità.

Difficoltà normative

Fra le questioni che l’economia fondiaria ticinese deve affrontare vi è anche la (ri)valutazione dei nuclei originali. «Oggi, rivalutare i nuclei originali è una scommessa», afferma il presidente della Catef, secondo cui i rapidi cambiamenti nella società hanno avuto un impatto tangibile sulla configurazione e sulla possibilità di sfruttamento. Per Piazzini, la rigidità della legge, che contempla sia le norme di nucleo del Piano regolatore, sia l’ISOS, ossia uno strumento normativo stabilito dalla Confederazione a tutela del patrimonio storico, non aiuta affatto i proprietari. «Ricordiamoci – commenta Piazzini – che l’ISOS è uno strumento di ricorso. Se prima la questione era tenuta in un angolo, ora sta emergendo».

Problemi strutturali

Ad aggiungersi al quadro di riferimento in cui l’economia fondiaria ticinese deve operare vi sono anche dei problemi strutturali che inquietano non poco la Catef. La denatalità, lo sfitto cronico (seppure in calo rispetto al passato), la disinformazione rispetto all’andamento degli affitti e la tendenza alla preminenza dei tecnici sui politici sono le tendenze di fondo che preoccupano l’associazione. Sulla questione degli affitti, in particolare, Piazzini tiene a far presente che «gli affitti in essere sono estremamente competitivi» e inferiori di circa il 20% rispetti alle nuove pigioni.

Infine, rispondendo a una nostra domanda su quale sia il problema che non fa dormire sonni tranquilli alla Catef, Piazzini risponde che «è sicuramente la denatalità, che non impatta soltanto l’economia fondiaria, ma anche il benessere di una società».