La reazione

I sindacati chiedono un incontro a Migros Ticino

Timori dopo la notizia della riorganizzazione della logistica – Locatelli (OCST): «Speriamo ci sia un confronto costruttivo» – Landi (UNIA): «Siamo molto preoccupati»
© CdT/Archivio
Martina Salvini
07.10.2024 18:30

C’è preoccupazione tra i sindacati dopo l’annuncio della riorganizzazione completa della logistica da parte di Migros Ticino. Come anticipato dal CdT, infatti, le operazioni logistiche del gigante arancione saranno svolte - entro il 2030 - dalla centrale di distribuzione di Dierikon, nel canton Lucerna. In pratica, la merce sarà smistata in base ai negozi e caricata nei container, che arriveranno in Ticino durante la notte in treno attraverso il tunnel del San Gottardo. Da Sant’Antonino, i camion si occuperanno poi del trasporto ai negozi. Con la riorganizzazione rischiano però di saltare 40 posti di lavoro. «Nei prossimi cinque anni - si legge in una nota - verrà offerto un sostegno ai dipendenti interessati dal cambiamento, per consentire loro di trovare una soluzione all’interno o all’esterno di Migros Ticino». Tuttavia, viene anche specificato, «alcuni licenziamenti non possono essere esclusi». Per tentare di ridurre al minimo la perdita di impieghi, oggi i sindacati OCST e UNIA hanno chiesto un incontro a Migros Ticino.

«Vogliamo avviare un dialogo che speriamo possa essere costruttivo», sottolinea il sindacalista dell’OCST Paolo Locatelli. «Quando si parla di ottimizzazione di risorse umane - aggiunge - non sono mai buone notizie. Bisognerà capire concretamente cosa accadrà a queste persone. Sappiamo che Migros ha sempre mostrato una certa attenzione sociale e speriamo che lo dimostri anche in questo caso».

«Decisamente preoccupata» si dice invece Chiara Landi di UNIA. «La decisione dell’azienda si va a inserire nel contesto già molto difficile di un ridimensionamento aziendale che sta toccando molte persone, con lo smantellamento di marchi specializzati». Le informazioni trapelate finora, prosegue Landi, «sono molto fumose, quindi temiamo che il personale sarà informato molto in ritardo del proprio destino, come già accaduto in passato». A pesare, dice la sindacalista di UNIA, è anche «l’attitudine di Migros, poco propensa a discutere con le organizzazioni sindacali delle misure di compensazione per i dipendenti. Misure che in passato sono state a nostro avviso insufficienti rispetto al danno subito da chi perde il lavoro. Speriamo quindi che stavolta si possa davvero aprire un canale di confronto».