«Il cambio orario va eliminato per il bene della salute di tutti»

Lancette avanti in primavera, lancette indietro in autunno. L’ormai abituale cambiamento fra ora legale e ora solare deve essere eliminato. È lo scopo che si prefigge l’iniziativa «Sì all’abolizione del cambio dell’ora», pubblicata sul Foglio federale. «In Svizzera - cita il testo riconosciuto valido dalla Cancelleria federale - vige durante tutto l’anno l’ora dell’Europa centrale. Non vi è alcun cambio dell’ora da solare a legale e viceversa». Le nuove norme avrebbero effetto dal primo gennaio dell’anno successivo all’accettazione popolare. I fautori della proposta hanno ora tempo fino al 9 ottobre 2020 per raccogliere le 100.000 firme necessarie.
Del comitato fanno parte, tra gli altri, i consiglieri nazionali UDC Lukas Reimann (SG) e Yvette Estermann (LU), nonché Armin Capaul, l’agricoltore balzato agli onori della cronaca con la sua iniziativa a favore delle vacche con le corna, bocciata alle urne nel 2018. I contadini mostrano infatti da anni scetticismo riguardo al cambio orario, poiché proprio le mucche soffrono particolarmente le modifiche nei ritmi di vita.
Yvette Estermann, medico, lotta da anni contro l’ora legale. Finora, in Parlamento, le sue proposte non hanno mai avuto successo. «Sono per la fine dell’ora legale soprattutto per le conseguenze che ha sulla salute delle persone. Per molti è causa di un cosiddetto “mini jet lag”, i cui sintomi sono un aumento della stanchezza e un calo della concentrazione. Il nostro corpo funziona secondo il ciclo naturale della notte e del giorno. Nel caso della grande maggioranza di persone che si deve svegliare presto la mattina, e poi la sera, in estate, per la tanta luce, non va a dormire, l’ora legale va a squilibrare le cose. Ma ancora più gravi sono le ripercussioni per quei pazienti cronici che devono prendere medicinali sempre allo stesso orario. Per un diabetico, ad esempio, cambiare l’ora dell’iniezione di insulina può essere molto pericoloso. Anche per i pazienti psichiatrici ci possono essere complicazioni devastanti». Per «il bene della salute degli svizzeri», afferma la consigliera nazionale UDC, «bisognerebbe mantenere solo l’ora solare», quella «naturale» che si segue in inverno e che esisteva già prima dell’introduzione, nel 1981, dell’ora legale.
Saremo un’isola fra tante?
In marzo il Parlamento europeo ha votato l’abolizione del cambio dell’ora. Se il piano verrà approvato definitivamente gli orologi verranno spostati per l’ultima volta nell’ottobre del 2021. I singoli Paesi membri potranno decidere se mantenere l’orario estivo o quello invernale. Verso la fine della scorsa estate un sondaggio condotto a livello europeo ha dimostrato che la maggioranza sarebbe a favore dell’orario legale (estivo) tutto l’anno. Le autorità elvetiche - aveva reso noto in occasione del voto europeo l’Istituto federale di metrologia - seguono la situazione e valuteranno se adeguarsi all’Europa sia vantaggioso per la Svizzera o meno.
Perché, abbiamo chiesto a Yvette Estermann, lanciare ora un’iniziativa, quando molto probabilmente dal momento che l’UE abolirà il cambio orario, per non diventare una «isola oraria» anche la Svizzera si adatterà? «Ancora non sappiamo cosa succederà nell’UE. E ogni Paese potrebbe finire per adottare un orario diverso».
Ad ogni modo, se le firme necessarie saranno raccolte, probabilmente ci vorrà ancora un paio di anni prima che il popolo si esprima. Una possibile votazione popolare potrebbe quindi avvenire nello stesso anno in cui l’Unione europea vorrebbe abolire il cambio orario.
E se la Svizzera dovesse adottare un orario diverso dai Paesi circostanti le cose non si farebbero complicate? Come ha spiegato il Consiglio federale rispondendo a una mozione della stessa deputata, quando, nell’estate del 1980, la Svizzera, diversamente dai Paesi vicini e ad altri Stati europei, non aveva ancora adottato l’ora legale, sono «emersi chiaramente» svantaggi sul piano «economico, organizzativo e logistico». Per evitare queste conseguenze «e costi supplementari per l’economia», all’inizio del 1981 sono state introdotte le nuove norme. Con le tecnologie attuali, replica Estermann, tali problemi non esistono più. E anche per chi viaggia sovente le cose non sarebbero comunque più complicate di adesso, conclude la democentrista.