Il cancelliere Kurz cerca l’accordo con i Verdi

La lunga tornata di consultazioni in corso in Austria per la formazione del nuovo Governo sta per entrare nella fase decisiva. Entro due settimane, a una manciata di giorni dal Natale, il cancelliere dell’ÖVP Sebastian Kurz dovrà rendere noto se i colloqui in corso con i Verdi di Werner Kogler avviati lo scorso 11 novembre sono stati utili oppure se la formazione della coalizione dovrà essere decisa a feste avvenute. I due partiti in campo sono alla ricerca di un necessario, ancorché difficile, punto di convergenza su una serie di temi sui quali finora hanno mostrato posizioni contrapposte: in primis clima e immigrazione.
Ma c’è di più. Dallo scorso 17 maggio, a pochi giorni dalle elezioni europee, Vienna si è impantanata nel caso che ha travolto l’ex leader del Partito della libertà-FPÖ Heinz-Christian Strache (che aveva anche il ruolo di vicecancelliere), il quale in un misterioso video girato in una villa sull’isola di Ibiza nell’estate del 2017, aveva promesso “favori” (quote della Kronen Zeitung e appalti) alla sedicente nipote di un oligarca russo in cambio di finanziamenti alla campagna elettorale dello stesso partito populista. Ne è nato uno scandalo che ha avuto un effetto domino e che continua a far discutere tutt’oggi l’opinione pubblica austriaca e la politica. Il 18 maggio si era dimesso lo stesso Strache. Due giorni dopo si erano dimessi in blocco tutti i ministri “nazionalisti”, facendo cadere il Governo.
Il ritorno al cancellierato di Sebastian Kurz era solo stato rimandato, dopo che il presidente Alexander Von der Bellen – il 3 giugno – aveva assegnato l’incarico di cancelliere ad interim a Brigitte Bierlein, che ha guidato il Paese senza sbavature fino alle elezioni del 29 settembre scorso, con la conferma dei popolari, appunto, e soprattutto il crollo della FPÖ nel frattempo passata sotto la conduzione di Norbert Hofer. Dopo essersi consultato nella prima metà di ottobre con il Partito della libertà (crollato alle elezioni al 16,7%; -9.80%) e con la SPÖ di Pamela Rendi-Wagner, Kurz avrebbe constatato in particolare le forti divergenze esistenti con i socialisti, diventato secondo partito, ma in perdita di consensi (21,18%; -5,68%). Gli stessi socialisti, secondo quanto reso noto da Rendi-Wagner, si sono già detti pronti ad assumere il ruolo d’opposizione, non avendo trovato un chiaro terreno d’intesa. Mentre nuovi colloqui con l’FPÖ verrebbero considerati, pare, solo se non vi fossero alternative.
Oltre al caso Ibizagate, alle spese pazze che Strache avrebbe pagato alla moglie Philippa con i soldi del partito, da alcune settimane – intanto – è esploso un altro caso inquietante: quello che chiama in causa la società di gioco Novomatic. I magistrati stanno indagando per accertare se vi è stato uno scambio di favori reciproco con la FPÖ. Proprio nel filmato nella villa di Ibiza, Heinz-Christian Strache aveva infatti affermato che qualora il suo partito fosse stato confermato avrebbe potuto occuparsi della distribuzione di nuove licenze da gioco. In Parlamento i toni sul tema sono accesi, insistenti le reciproche accuse. I Verdi rinfacciano ai populisti di avere sempre mantenuto un piede nello scandalo, mentre la stessa FPÖ nega e parla di accuse campate in aria e gonfiate ad arte.
Pesanti critiche a questo modo di fare politica sono state esternate anche dai liberali di NEOS, che hanno denunciato i casi corruttivi emersi senza se e senza ma. Sono stati pubblicati anche alcuni stralci di colloqui telefonici che chiamano in causa lo stesso Strache, il ministro delle finanze dell’ÖVP Hartwig Löger (che nel frattempo si è ritirato dalla politica ) e il direttore della Novomatic Harald Neumann. Avrebbero tutti confabulato per portare Peter Sidlo, dell’FPÖ, nel Comitato direttivo. Ruolo che quest’ultimo ha esercitato fino a ieri, quando ha presentato le proprie dimissioni per le troppe pressioni subite dai vertici aziendali. Nel frattempo, il NEOS e la SPÖ, in Parlamento, hanno chiesto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta. Il cancelliere Sebastian Kurz, dal canto suo, pur non essendo coinvolto direttamente nella vicenda, è in forte imbarazzo e a chi lo mette in relazione alla “Causa Casinos” minaccia denunce. Mentre l’Austria cerca un po’ di serenità per dotarsi di una nuova coalizione governativa, gli scandali, dunque, continuano a tenere banco e a complicare le cose.