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Il cessate il fuoco riporta la calma tra Gaza e Israele

Dall'alba, dopo circa 15 ore di forte tensione, un cessate il fuoco informale tra le parti - mediato secondo fonti palestinesi da Egitto e Qatar - ha messo fine ad una fiammata che avrebbe potuto estendersi con effetti ancora più dirompenti
© KEYSTONE (EPA/ABIR SULTAN)
Ats
03.05.2023 22:05

La calma tra Israele e Gaza è tornata. Almeno per il momento. Dall'alba, dopo circa 15 ore di forte tensione, un cessate il fuoco informale tra le parti - mediato secondo fonti palestinesi da Egitto e Qatar - ha messo fine ad una fiammata che avrebbe potuto estendersi con effetti ancora più dirompenti.

Nel mezzo, ci sono stati circa 100 razzi e colpi di mortaio lanciati da Gaza sul sud di Israele con 3 lavoratori stranieri feriti a Sderot a seguito della morte in carcere - dopo lo sciopero della fame - del leader della Jihad islamica Khader Adnan. Decine gli attacchi da parte dell'aviazione israeliana su obiettivi di Hamas nella Striscia che hanno causato un morto e cinque feriti.

Il cessate il fuoco, secondo fonti palestinesi, è stato confermato dalle fazioni armate a Gaza. «Egiziani e Qatarioti - hanno detto le stesse fonti - hanno esercitato una forte pressione su Hamas e la Jihad per evitare una guerra a tutto campo. Egitto, Qatar e altri mediatori - hanno continuato - hanno trasmesso ad Hamas e Jihad che Israele non vuole un' altra guerra ma al tempo stesso hanno avvisato che un altro conflitto avrebbe conseguenze disastrose sui residenti di Gaza». Se da Israele non c'è conferma ufficiale all'intesa, tuttavia la prova si evince dalla decisione dell'esercito di consentire alle comunità israeliane prossime alla Striscia di riprendere la routine di tutti i giorni.

Il portavoce militare Daniel Hagari ha però ammonito che «tutte le opzioni restano sul tavolo» se dovesse riprendere il lancio di razzi. Tuttavia la ricaduta maggiore della tregua sembra aver investito soprattutto il governo israeliano. La destra radicale di Itamar Ben Gvir (Potenza Ebraica) e di Sionismo Religioso, entrambi nell'esecutivo al potere, è andata all'attacco accusando il premier Benyamin Netanyahu di debolezza nella risposta a Gaza. Il primo ha esplicitamente parlato di una reazione «molle» e insoddisfacente. La ministra per gli insediamenti Orit Strock ('Sionismo religioso') ha alluso che «stamane avremmo dovuto vedere a Gaza edifici in rovina e alcuni arci-terroristi andare ad accompagnare il loro amico», ossia il detenuto palestinese Adnan.

Accuse che non sono andate giù al Likud di Netanyahu: «Il premier, il ministro della difesa, le forze armate e i responsabili alla sicurezza - ha osservato - sono quanti devono cimentarsi con eventi di sicurezza delicati e complessi. Se tutto ciò non soddisfa il ministro Ben Gvir, non è certo costretto a restare al governo». Un china pericolosa tanto da spingere il leader di Sionismo Religioso e ministro delle finanze Bezalel Smotrich a fare da paciere: «Amici e partner di governo, calmatevi». In ballo non c'e' solo Gaza ma anche la riforma giudiziaria contro la quale domani riprendono le proteste in tutto il Paese da parte dell'opposizione.