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Il cielo come ultima frontiera

Dopo la messa in esercizio del telescopio James Webb e l’avventura attorno alla Luna della missione Artemis della NASA, il 2023 si annuncia carico di impegni per il settore spaziale – Il numero di lanci è in costante crescita, anche grazie alle agenzie private
© REUTERS
Emilio Cozzi
Emilio Cozzi
02.01.2023 21:30

Nuovi mezzi progettati per superare i limiti del cielo, missioni da annali dell’astronautica, compresa la prima «passeggiata spaziale» privata, spedizioni europee nello spazio profondo e, soprattutto, una ricaduta tecnico-scientifica le cui proporzioni hanno ormai reso la nostra realtà space based, cioè imprescindibilmente legata alle tecnologie e alle attività extra-atmosferiche.

Questo riserva il calendario spaziale nel 2023, oltre allo scrigno di meraviglie, attese ma meno prevedibili, che è auspicabile continui a dischiudere l’ultima generazione di telescopi spaziali, quella che in James Webb ha il suo alfiere.

La Luna è solo l’antipasto

Dopo la scorpacciata lunare dei mesi appena trascorsi, l’anno nuovo promette di essere meno clamoroso, ma non poco importante. È l’indice di quanto i programmi spaziali acquisiscano progressiva centralità nell’agenda geopolitica, oltre che in quella tecnico scientifica globale, ma anche dell’evoluzione del settore, una progressione in cui ogni tappa spalanca direzioni future. A dimostrarlo basterebbe il numero dei lanci, in crescita continua anno dopo anno, per merito, certo, dei nuovi space billionaires modello Elon Musk o Jeff Bezos, ma anche di aziende e start-up sempre più numerose e competitive.

A proposito di ritorno alla Luna, grande protagonista del 2022, Artemis 1 è stata solo un inizio: la missione conclusa l’11 dicembre scorso ha infatti inaugurato il programma internazionale (a guida statunitense) che nei prossimi mesi dovrà fare passi decisivi per portare nel 2025 (o nel 2026) la prima donna e il prossimo uomo là dove solo dodici persone prima di loro l’hanno fatto. Entro febbraio, SpaceX dovrà effettuare il primo test orbitale del nuovo veicolo Starship, quello scelto dalla NASA per fare da lander ad Artemis 3, la missione dell’allunaggio umano. Analisi e valutazioni già in corso dovrebbero intanto confermare la partenza, nel 2024, di Artemis 2, la prima missione lunare con un equipaggio, destinato però a orbitare attorno al nostro satellite naturale senza sbarcarci.

C’è anche l’India

Nel frattempo, il prossimo giugno, anche l’India riprenderà il proprio programma lunare: entro la fine del mese dovrebbe decollare la missione Chandrayaan-3, destinata a portare sulla superficie selenica un rover e un lander, obbiettivo mancato dalla spedizione precedente, schiantatasi sulla superficie del satellite il 7 settembre del 2019. Il rinnovo dell’anelito lunare contraddistinguerà anche la missione «Luna 25» dell’agenzia spaziale russa, Roscosmos, che a luglio dovrebbe (ri)portare un lander  vicino al polo sud presso il cratere Boguslavsky. Il lancio della missione, il cui nome evoca e riprende la tradizione del programma sovietico interrotto nel 1976, è previsto dal cosmodromo di Vostochny, a bordo di un razzo Soyuz-2 1b.

Axiom e Polaris Dawn

Prima di allora, l’agenda spaziale internazionale sarà cadenzata da nuove missioni, private e no, e dalla spedizione scientifica più attesa dell’anno da parte dell’Agenzia spaziale europea.

Sul primo versante, promettono clamori la seconda missione di Axiom (a maggio, con anche due ricchi «astro turisti» dall’Arabia Saudita) e Polaris Dawn, che a marzo dovrebbe inaugurare il programma commerciale Polaris. Fra gli obbiettivi della spedizione, che orbiterà per cinque giorni a una quota mai raggiunta prima da una Crew Dragon di SpaceX, è compresa la prima attività extraveicolare di un privato. L’equipaggio, che sarà spinto in orbita da un Falcon 9, sarà composto dagli statunitensi Scott Poteet, Sarah Gillis, Anna Menon e dall’imprenditore Jared Isaacman, già finanziatore e protagonista, nel settembre 2021, della missione «Inspiration4».

Giove.  © NASA/Webb Telescope
Giove.  © NASA/Webb Telescope

Una «prima» per Boeing

Anche l’azienda aeronautica statunitense Boeing, ma ad aprile, prevede il primo volo con equipaggio della propria navicella Cst-100 Starliner, che lanciata da un Atlas VN 22 della United Launch Alliance riporterà nello spazio i veterani delle missioni shuttle Barry «Butch» Wilmore e Sunita Williams. Nell’ambito del Commercial Crew Program della NASA, Starliner sarà un nuovo mezzo per il trasporto da e verso la Stazione spaziale internazionale, segno di quanto nello spazio oggi convergano interessi privati e pubbliche virtù.

Si punta a Giove

Nell’ambito delle missioni scientifiche, invece, ad aprile l’Agenzia spaziale europea vedrà aprirsi la finestra per l’attesa missione Juice (o Jupiter Icy Moons Explorer), che grazie all’ultimo lancio di un Ariane 5, dallo spazioporto di Kourou dirigerà verso Giove. La missione, che arriverà a destinazione nel luglio del 2031, caratterizzerà le lune ghiacciate Ganimede, Europa e Callisto (che presentano acqua liquida sotto la superficie e sono candidate ideali per la ricerca di vita) come altri oggetti planetari e potenziali habitat, esplorerà a fondo l’ambiente gioviano ed esaminerà il sistema come modello per i giganti gassosi dell’Universo. Per farlo, si avvarrà di dieci strumenti all’avanguardia, compreso il più potente complemento di carico utile di telerilevamento, geofisico e «in situ» mai trasportato nel Sistema solare esterno. La durata scientifica di Juice sarà di quattro anni.

Il lanciatore pesante

Anche l’ultima parte del 2023 sarà rilevante per i programmi europei: da ottobre è infatti previsto il debutto del nuovo lanciatore pesante di ArianeGroup, l’Ariane 6, un asset fondamentale per l’autonomia di accesso allo spazio del Vecchio Continente. Oltre alle tante missioni previste, compresi i 18 lanci (in tre anni) per la messa in orbita dei satelliti Kuiper di Amazon, Ariane 6 potrebbe infatti alloggiare, in un futuro ancora imprecisato, «Susie», il primo veicolo europeo pensato anche per il trasporto umano.

Solo nuove scoperte di James Webb Space Telescope, che il 25 dicembre del 2023 festeggerà il secondo anno dal decollo, potrebbero chiudere meglio un altro anno siderale.

 

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