Casse malati

Il compromesso che tutti evocano appare lontano

I partiti concordano sulla necessità di applicare entrambe le iniziative in tempi rapidi - A livello parlamentare sarà fondamentale trovare le giuste convergenze - Ma quanto pesano le linee rosse degli iniziativisti? Ci sarà spazio per chi mette veti?
©Gabriele Putzu

Per trovare la quadratura del cerchio sarà necessario il più classico dei compromessi. Tutti i partiti ne sono consapevoli. La volontà popolare è stata chiara: l’intesa sul finanziamento va raggiunta al più presto, pena la perdita di credibilità delle istituzioni di fronte a una richiesta di aiuto giunta in modo inequivocabile dalla maggioranza della popolazione.

«Le iniziative saranno implementate solo quando sarà trovata un’intesa sul loro finanziamento», ha commentato a caldo il Consiglio di Stato. Parole che risuonano come un monito per tutti gli schieramenti politici, chiamati a collaborare. Di qui, appunto, la necessità di trovare un compromesso. Una bella parola, molto svizzera. Ma come si pongono gli iniziativisi di fronte a questa sfida? Quali saranno i paletti e le linee rosse che i partiti non vorranno oltrepassare?

PS: «Finanziamento solidale»

Per chiarire la sua posizione il Partito socialista ha chiesto subito un incontro con il Consiglio di Stato. La co-presidente Laura Riget è cosciente che trovare una «quadratura del cerchio» non sarà un esercizio tanto semplice. Eppure, secondo la deputata socialista, una risposta va data subito: «Siamo in attesa che il Governo ci comunichi la data dell’incontro che speriamo possa aver luogo già entro l’inizio della prossima settimana».

In casa PS, l’urgenza di dar seguito al messaggio uscito dalle urne è palpabile, soprattutto dopo che il Governo ha fatto sapere che le iniziative saranno implementate solo una volta trovata l’intesa sul loro finanziamento: «Con una certa preoccupazione abbiamo preso atto delle parole del consigliere di Stato Raffaele De Rosa il quale, durante l’incontro con la stampa, sembrava alludere a un’implementazione solo nel 2028». Un punto, quest’ultimo, che il PS intende chiarire da subito. «L’urgenza è adesso. Come partito siamo pronti a venire incontro al Consiglio di Stato: non chiediamo che l’entrata in vigore sia fissata al 1. gennaio 2026, ma che avvenga comunque nel corso dello stesso anno, con effetto retroattivo».

Il secondo punto che il PS vorrà chiarire, accanto alla tempistica, riguarda il finanziamento: «Alcuni partiti hanno subito chiuso la porta di fronte a un possibile aumento delle imposte, e questo ci preoccupa. Non è pensabile implementare sia l’iniziativa sui premi, sia la riforma del valore locativo, agendo unicamente con tagli e minori uscite». Secondo Riget, occorre quindi sedersi al tavolo e trovare un compromesso, anche su un eventuale taglio alla spesa. «Del resto, siamo coscienti che Governo e Parlamento non faranno un “copia e incolla” della nostra proposta: servirà la volontà di tutti di instaurare un vero dialogo», aggiunge.

Per il PS, tuttavia, il punto di partenza resta la proposta di finanziamento presentata durante la campagna di voto, «una proposta che indirettamente il popolo ha approvato votando la nostra iniziativa», dice Riget. Dove fissare, allora, il compromesso? «Al momento è difficile dirlo, anche perché sarà necessaria la convergenza di tutti i partiti, PLR e Centro in primis. Al momento, credo comunque sia importante interpretare questo doppio sì come un messaggio di sofferenza e preoccupazione da parte della cittadinanza, che chiede una maggiore presa a carico da parte dello Stato». Insomma, sì al compromesso, ma con alcuni paletti: «Le nostre linee rosse sono chiare: no a un finanziamento basato prevalentemente sui tagli, e sì a un finanziamento solidale». Riget si dice cosciente che la questione del finanziamento è una sfida; ciononostante, procrastinare tutto non sarebbe corretto.

Non sarebbe stato più semplice, allora, inserire nell’iniziativa una data per tutelarne l’applicazione? «Con il senno di poi, sì. Forse, per una futura iniziativa, questo aspetto andrà valutato. Siamo stati un po’ ingenui. Non ci aspettavamo, però, di fronte a un esito così chiaro, il tentativo del Consiglio di Stato di rinviare».

Ed è chiaro che, guardando al prossimo futuro, il PS pensa già al passo successivo: «L’urgenza maggiore resta il lancio, a livello federale, di un’iniziativa popolare per una cassa malati unica, pubblica, con premi calcolati in base al reddito. Siamo soddisfatti che il PS svizzero abbia già annunciato l’avvio della raccolta firme nei prossimi mesi».

Lega: «Linea rossa: le imposte»

«Se questo incontro con il Consiglio di Stato non arriverà a breve, saremo noi a sollecitarlo». Anche il coordinatore della Lega Daniele Piccaluga avverte la necessità di una risposta rapida. «È nel nostro interesse portare avanti, nel minor tempo possibile, l’applicazione della nostra iniziativa». Come reagisce, allora, la Lega alla possibile eventualità che i tempi si allunghino di fronte a un compromesso che, al momento, risulta ancora lontano? «Anche per noi la tempistica è fondamentale», avverte Piccaluga. «Per questo abbiamo affiancato la proposta a misure concrete: da un lato la mozione con le 40 misure per contenere la spesa pubblica, dall’altro il sostegno all’iniziativa Stop ai dipendenti pubblici». Quanto alla necessità di giungere a un compromesso in aula, anche la Lega si dice risposta a collaborare, fermo restando che su un punto però Via Monte Boglia non intende indietreggiare: «Non abbiamo mai negato la nostra collaborazione a nessuno. Bisogna però capire di che compromesso si parla. Per la Lega la linea rossa è chiara: nessun aumento delle imposte, su questo siamo categorici».

PLR: «Obiettivo 2027»

Sulla necessità di non tergiversare insiste anche il presidente del PLR Alessandro Speziali. «Considerando la portata numerica del doppio sì uscito dalle urne, dobbiamo fare tutto il possibile per anticipare i tempi. Il 2028 ipotizzato dal Governo è troppo in là».

E questo, dice, per due ragioni: «Da un lato, ci sono l’urgenza del problema e le ripercussioni sul potere d’acquisto dei ticinesi. Dall’altro, un’attesa troppo lunga non farebbe che accrescere la sfiducia nelle istituzioni, in un momento in cui la situazione è già tesa». Per Speziali, dunque, è importante che si riesca ad avviare la ricerca di un compromesso politico prima possibile. Tuttavia, «se da un lato c’è una chiara volontà popolare, dall’altro rimane il tema del finanziamento delle due proposte. Un punto, questo, su cui al momento non c’è alcuna convergenza. Ritengo quindi più plausibile che le iniziative possano essere applicabili dal 2027». Pensare a una entrata in vigore già nel 2026, invece, per Speziali è «infattibile», e «credo ne siano coscienti anche gli iniziativisti che, non a caso, non hanno fissato una data per l’applicazione».

Tra le due proposte sul tavolo, comunque, quella leghista potrebbe avere vita più facile. «Penso che sia più semplice trovare un’intesa sull’iniziativa della Lega, sia a livello di maggioranza parlamentare, sia in termini di sopportabilità finanziaria. Per la proposta del PS, invece, l’iter sarà più travagliato», sostiene Speziali. Proprio il PLR, del resto, durante la discussione in Gran Consiglio aveva avanzato un controprogetto all’iniziativa leghista. Una ricetta che ne riprendeva gli obiettivi, ma diluendoli nel tempo, in modo da rendere l’impatto finanziario più digeribile per Cantone e Comuni. Per contro, Speziali ribadisce che «la scorciatoia fiscale non deve essere percorsa: restiamo contrari a un aumento delle imposte, in Ticino la fiscalità deve rimanere a un livello accettabile».

Secondo Speziali, in tutti i casi, l’esito del voto deve essere l’occasione per guardare al futuro e mettere in campo una riforma del sistema dei sussidi e della pianificazione ospedaliera.

Centro: «No a veti e paletti»

Si dice aperto a trovare un’intesa anche il presidente del Centro, Fiorenzo Dadò, secondo il quale «ora le direzioni dei partiti devono incontrarsi per avviare una discussione politica». Ma, avverte, tutti dovranno essere pronti a scendere a compromessi.

«Solo se tutti sapranno andare incontro agli altri, e mettere il benessere della popolazione davanti al proprio tornaconto partitico, si riuscirà - ne sono convinto - a trovare in tempi celeri una risposta. Ma sia ben chiaro: il finanziamento di queste iniziative non farà contenuto al 100% quasi nessuno». Come Centro, prosegue Dadò, «siamo aperti a discutere qualsiasi proposta, purché si smetta di mettere bandierine o porre veti. Noi non siamo favorevoli ad aumenti di imposte o a tagli fatti a casaccio, ma c’è un problema da risolvere e ciascuno dovrà farà un passo verso gli altri. Pertanto, le direzioni dei partiti sono chiamate a incontrarsi e affrontare la questione, che è prettamente di natura politica».

La priorità, conclude il presidente del Centro, «è che entrambe le iniziative entrino in vigore al più presto e, soprattutto, nel medesimo tempo».