Il DFAE si mobilita per la donna rapita in Darfur

La cittadina svizzera, attiva nel settore degli aiuti umanitari, è stata presa da diversi uomini armati nella regione dilaniata dalla guerra
Ats
09.10.2017 07:56

BERNA - Una cittadina svizzera è stata rapita nel Darfur (Sudan), regione dilaniata dalla guerra civile. Lo ha confermato ieri sera all'ats il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

"Rappresentanti elvetici sul posto sono in contatto con le autorità locali", ha precisato il portavoce del DFAE George Farago. Non sono invece stati forniti dettagli sulle circostanze del rapimento. Il DFAE chiede la liberazione immediata della donna senza condizioni.

Stando a informazioni dell'ats, la persona rapita è attiva da molto tempo nel settore dell'aiuto umanitario. Secondo indicazioni delle reti sociali la donna lavora per una ong svizzera che si occupa di bambini nel Darfur.

Marta Ruedas, coordinatrice umanitaria dell'Onu per il Sudan, ha detto che la cittadina svizzera vive da diversi anni in Sudan e che è stata rapita sabato sera da uomini armati non identificati nei pressi del suo domicilio nel centro di ricerca agrario ad Al-Facher, nel nord del Darfur.

La donna rapita non "fa parte del personale dell'Onu ma è impegnata in una serie di collaborazioni con le attività dell'Onu", ha precisato Ruedas, aggiungendo di sperare in una conclusione positiva del caso.

Secondo stime dell'Onu, dal 2003 il conflitto nel Darfur ha provocato circa 300'000 morti e la fuga 2,5 milioni di persone.

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