Il frontalierato del militare sta per finire?

«Bisogna mettere un freno ai furbetti che approfittano della doppia nazionalità svizzera e francese per evitare il servizio militare nel nostro Paese»: è quanto chiedono alcuni consiglieri nazionali di area borghese. Ma di che cosa stiamo parlando? Facciamo un passo indietro e contestualizziamo la notizia.
Secondo il 24 Heures, ogni anno circa 800 giovani con la doppia nazionalità svizzera e francese utilizzano una «scappatoia» per evitare di prestare servizio militare nel nostro Paese. Chi ha la doppia nazionalità, in effetti, può scegliere il Paese in cui svolgere la leva. Ora, per usare un eufemismo, si può dire che la Francia offra ai propri giovani delle condizioni particolarmente favorevoli. Come spiega il Tages-Anzeiger, infatti, per completare il servizio militare nell’Esagono basta un giorno. Un giovane ha raccontato al giornale zurighese che durante la giornata vengono proposte unicamente delle conferenze, mentre non viene effettuato alcun tipo di test fisico. Al termine della giornata di servizio viene quindi rilasciato un certificato grazie al quale è possibile evitare la leva in Svizzera.
Invece di farsi diciotto settimane di scuola reclute, così, molti giovani con doppia nazionalità svizzera e francese optano per il più agevole servizio militare à la française. E il bello è che non devono nemmeno pagare la tassa militare per coprire i giorni di servizio mancanti. Semplicemente, in caso di guerra, verrebbero chiamati a servire la Francia. Tale escamotage è del resto, almeno per ora, legale.
Le cose, però, come dicevamo in apertura di articolo, sembrerebbero destinate a cambiare. O almeno così vorrebbero alcuni consiglieri nazionali di area borghese. La consigliera nazionale argoviese dell’UDC Stefanie Heimgartner, per esempio, ha chiesto che il Consiglio federale adotti delle misure che rendano impossibile la pratica descritta. In particolare, la democentrista vorrebbe che il servizio militare effettuato all’estero fosse riconosciuto in Svizzera soltanto se di una durata comparabile a quella prevista nel nostro Paese. In caso contrario, i detentori della doppia cittadinanza dovrebbero pagare come minimo la totalità della tassa d’esenzione. A fare eco all’esponente dell’UDC ci sono altri consiglieri nazionali democentristi così come del Centro e del PLR.
Finora, comunque, la Confederazione non ha ritenuto necessario agire. Anzi, nel 2010 la Svizzera aveva assicurato che qualsiasi tipo di servizio effettuato in Francia è sufficiente per essere esentati dalla leva obbligatoria nel nostro Paese. Quattro anni fa, poi, rispondendo a un'interrogazione della consigliera nazionale UDC Céline Amaudruz, il Consiglio federale aveva fatto sapere che gli accordi stipulati con i Paesi confinanti riguardo al servizio militare delle persone con doppia nazionalità non sarebbero stati rivisti. Per la Confederazione, infatti, numerosi Stati, tra cui la Francia appunto, non hanno abolito il servizio militare obbligatorio, lo hanno semplicemente sospeso.