Il fatto

Il Grand Hotel Locarno avanza e sono in arrivo gli appartamenti

Il progetto strategico di Artisa Group procede a pieno ritmo: una domanda di costruzione, appena inoltrata, prevede la realizzazione di un corpo annesso all’albergo, ma più piccolo rispetto a quanto permesso dal piano iniziale
Permetterà di estendere l’offerta includendo le mezze stagioni © CdT/Gabriele Putzu
Jona Mantovan
30.11.2024 06:00

Il cantiere del Grand Hotel Locarno, una delle scommesse di GhL Sa di Stefano Artioli sul rilancio turistico della Città, la cui conclusione è prevista a cavallo tra il 2026 e il 2027, procede a pieno ritmo. Tanto che, ora, si aggiunge un nuovo elemento. Già previsto, tra l’altro, nel «Piano Particolareggiato», le regole di edificazione elaborate appositamente per la preziosa area: si tratta di un corpo annesso alla struttura, retrostante al volume principale, che includerà appartamenti legati all’albergo.

La domanda di costruzione andrà in pubblicazione all’inizio della settimana prossima, mentre è in corso la posa dei «profili» che danno l’idea dei limiti del fabbricato. I quali, a ben guardare, fanno trasparire come, in realtà, questa sarà più piccola rispetto alla superficie e all’altezza massima consentite, «nel pieno rispetto dell’importanza del bene culturale protetto e per non andare in contrapposizione all’edificio principale», si legge in una nota diffusa ieri dalla proprietà, nella quale si ricorda come la prospettata inaugurazione avverrà all’interno delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’apertura originaria e per l’ottantesimo del Locarno film festival, nato nello stesso luogo.

Non vediamo l’ora di riaprire le porte di questa struttura storica, dandole il lustro che merita
Stefano Artioli, imprenditore

La messa a disposizione di appartamenti, legati all’esercizio alberghiero, rappresenta il compimento «di un’opera turistica al passo con i tempi, che permetterà un’estensione dell’offerta durante le mezze stagioni, diventandone al contempo un importante sostegno economico. Un elemento necessario per l’avanzamento e il compimento del progetto di rilancio del Grand Hotel Locarno», riporta ancora il comunicato.

Lavoro in armonia

Un caso «da manuale», insomma, che ha ricevuto il plauso pure da parte della Società ticinese per l’arte e la natura: «Siamo soddisfatti di quanto sviluppato e che i temi da noi sollevati siano stati ascoltati», sono le parole del presidente, Tiziano Fontana.

E ancora: «La collaborazione tra le varie entità coinvolte si sta rivelando proficua sotto diversi punti di vista e stiamo lavorando insieme per restituire significato a un bene storico dal valore inestimabile».

Un rilancio fondamentale

La soddisfazione arriva anche da parte del Comune di Muralto, che si rallegra dell’ottima collaborazione tra i vari attori, non da ultimo l’Ufficio dei beni culturali: «Il rilancio del Grand Hotel Locarno è fondamentale per tutto il distretto. Il rispetto della base legislativa ci permette di proseguire in maniera rapida verso l’integrazione di una proposta turistica di alto livello, in grado di completare questa rinascita. Siamo molto soddisfatti di come tutte le parti stiano lavorando in armonia e con un unico obiettivo», dichiara il sindaco, Stefano Gilardi.

Il progetto - promosso dalla GHL SA, società parte del Family Office della famiglia Artioli e sviluppato da Artisa Group - è entrato nel vivo ormai da qualche mese. L’autorimessa interrata è già stata terminata e stanno avanzando le demolizioni e le varie rimozioni interne per riportare alla luce la sostanza storica.

Attenzione e scrupolisità

«È un lavoro complesso, che fa dell’attenzione al dettaglio il tema principale. E, in quanto bene protetto composto da affreschi ed elementi storici, bisogna essere meticolosi a ogni passo. Le persone coinvolte stanno lavorando con attenzione e scrupolosità nel trasformare questa opera d’arte. Non vediamo l’ora di poter riaprire le porte di questo storico albergo dandogli il lustro che merita», ricorda l’imprenditore e promotore, Stefano Artioli, confermando la volontà della famiglia di riconsegnare «ai locarnesi, alla regione e al Canton Ticino intero» il bene culturale restaurato.

«Intendiamo mettere a punto un prodotto di qualità, che possa essere un vanto. Stiamo analizzando e implementando tutti i dettagli che daranno i migliori confort ai fruitori, ma restando economicamente sostenibili e rispettosi della sostanza storica», conclude Flavio Petraglio, amministratore delegato della società.

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