Il Jolly Roger non è morto, i pirati col vento in poppa

Il Jolly Roger – la tradizionale bandiera con due tibie incrociate sovrastate da un teschio, in bianco su sfondo nero – non lo issano più sulle loro imbarcazioni. I pirati, però, costituiscono a tutt’oggi una seria minaccia nei mari del mondo: lo certifica l’International Maritime Bureau, divisione dell’International Chamber of Commerce (iccwbo.org) che è stata creata nel 1981 con lo scopo di contribuire alla lotta contro tutti i tipi di criminalità marittima. E dunque anche atti come quello avvenuto l’ultima domenica nelle acque davanti all’Isola di Wight, a sud dell’Inghilterra.
La cronaca dei fatti
Ecco i fatti (dailymail.co.uk). I marittimi della Nave Andromeda, petroliera di 228 metri di lunghezza battente bandiera liberiana che ai primi di ottobre era salpata dalla Nigeria, lanciano un «mayday» – termine utilizzato via radio dagli equipaggi di imbarcazioni o velivoli per indicare un’immediata necessità di aiuto – quando sono a una manciata di miglia dal porto di approdo di Southapmton. Capitano e marinai sono asserragliati nella plancia di comando perché sono minacciati violentemente da sette clandestini che hanno scoperto a bordo. I 22 marittimi della Nave Andromeda vengono poi liberati dalle forze speciali della Marina militare britannica, risolvendo il tutto con una vera e propria azione anti pirateria.
Pirateria in aumento nel 2020
Qui di seguito presentiamo i dati dell’International Maritime Bureau (icc-ccs.org) riguardanti i primi nove mesi del 2020. Nel mondo si sono registrati 132 attacchi di pirati contro i 119 dello stesso periodo del 2019. I marittimi rapiti con lo scopo di ottenere il pagamento di un riscatto sono stati sin qui 85, di cui 80 nel Golfo di Guinea, in materia di pirateria attualmente la zona più calda del pianeta.
I marittimi hanno denunciato 134 casi fra assalti, ferimenti e minacce, casi comprendenti anche gli 85 uomini rapiti a scopo di riscatto di cui abbiamo già scritto e a cui se ne aggiungono altri 31 che sono stati tenuti in ostaggio sulle loro navi. Complessivamente i pirati hanno assaltato 112 navi e contro sei di queste hanno addirittura aperto il fuoco. Si è anche registrato il dirottamento di due pescherecci, entrambi assaliti nel Golfo di Guinea, zona dell’Atlantico su cui si affacciano le coste di Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Camerun, Guinea Equatoriale e Gabon, senza scordare che lì si trova anche l’arcipelago di São Tomé e Príncipe. Dodici, invece, i tentativi di attacco andati a vuoto.
I costi sono altissimi
La pirateria marittima causa ingenti costi economici che già nel 2010 (oceansbeyondpiracy.org) erano stati calcolati fra i 7 e i 12 miliardi di dollari statunitensi. Queste le voci contemplate: riscatti (148 milioni di dollari), premi assicurativi (dai 460 milioni ai 3,2 miliardi), rotte alternative per evitare le zone di pericolo (fra 2,4 e 3 miliardi), equipaggiamento di sicurezza (dai 363 milioni ai 2,5 miliardi), forze navali (2 miliardi), procedure giudiziarie (31 milioni), organizzazioni anti pirateria (19,5 milioni) e danni alle economie regionali (1,25 miliardi). Red.