Conference League

Il Lugano si fa male da solo, i playoff sono un miraggio

Nella sfida d’andata i bianconeri tornano a mostrarsi fragili e insicuri in fase difensiva, finendo col capitolare per ben due volte al cospetto di un Hapoel Be’er Sheva solido e ben organizzato – La qualificazione al turno successivo non è ancora del tutto compromessa, ma in Israele servirà un’impresa
La rete d’apertura firmata da Josefi. ©CdT/Gabriele Putzu
Nicola Martinetti
05.08.2022 00:14

Il ritorno dell’Europa a Cornaredo, alla fine, ha sorriso soltanto a loro. Ai circa 350 tifosi israeliani, scalmanati e instancabili, giunti da Be’er Sheva per sostenere a gran voce i propri beniamini. A quelli di fede bianconera invece, non resta che sperare in un miracolo. In una clamorosa rimonta in extremis da andare a cogliere, fra sette giorni, in quel catino incandescente che è il Turner Stadium.

Tre appigli e poco più

Di appigli ai quali aggrapparsi per andare a centrare l’impresa, la squadra di Mattia Croci-Torti ne ha infatti davvero pochi. Il primo porta il nome di Mattia Bottani, il migliore bianconero per distacco e - in definitiva - l’unico in grado di reggere il confronto al cospetto del Be’er Sheva. Il secondo è invece la debole reazione mostrata dalla squadra nel corso del secondo tempo, una volta che il tecnico dei sottocenerini ha deciso di passare a un centrocampo a tre, trovando maggiore equilibrio tra i reparti. L’ultimo appiglio, infine, è dato dal fatto che fortunatamente da un paio d’anni a questa parte i gol segnati in trasferta nelle competizioni europee non valgono più doppio, in caso di parità. Per il resto la sfida d’andata, giocata a temperature proibitive, andrà invece dimenticato in fretta. Per evitare di farsi sorprendere dal Lucerna nel match di domenica. E soprattutto per cercare di approcciare con un minimo di fiducia l’ostica trasferta in Israele.

La difesa resta un problema

Resta il fatto che la vittoria di Winterthur, che pareva aver dato finalmente slancio alla compagine bianconera, appare ormai già un ricordo. E che la notte europea di Cornaredo ha subito rimesso a nudo quelle fragilità che già erano emerse in occasione delle sconfitte rimediate al cospetto di Sion e Grasshopper. In particolare una fase difensiva in netta difficoltà, sia per quanto concerne il reparto arretrato in sé, sia per il filtro che il centrocampo a due sembra incapace di fornire per garantire maggiore copertura. La solidità del Be’er Sheva, squadra quadrata e ben organizzata, ha poi fatto il resto. Annullando un attacco decisamente sottotono, eccezion fatta per il già citato Bottani.

Esperienza e leader

La qualificazione ai playoff, ad ogni buon conto, non è ancora preclusa. Ma in questo frangente, con un risultato avverso da rimontare e gli impegni che iniziano ad accumularsi, dovrà giocoforza emergere l’esperienza accumulata nelle ultime partecipazioni all’Europa League. E quei leader che per il momento, per un motivo o per l’altro, non riescono ancora a prendere per mano il gruppo. A loro il compito di evitare che la trasferta in Israele si riveli una mera passerella d’addio.