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Il nuovo «nemico» di Twitter è un elefantino: cos'è Mastodon?

Il social network «distribuito» del programmatore tedesco Eugen Rochko si auto definisce una valida alternativa alla piattaforma di Elon Musk
Federica Serrao
09.11.2022 17:30

L'uccellino di Twitter ha un nuovo competitor ed è un elefantino. Quello di Mastodon, la piattaforma su cui si stanno rifugiando moltissimi utenti dopo l'acquisizione del social network da parte di Elon Musk. Da quando l'uomo più ricco del mondo ha concluso l'affare da 44 miliardi per l'acquisto di Twitter, diversi utenti hanno infatti deciso di "migrare" su un'altra piattaforma, per scansare la potenziale proliferazione di disinformazione e incitamento all'odio che temono possano inondare la piattaforma. E Mastodon, il "social network distribuito" ideato dal programmatore tedesco Eugen Rochko, non aspettava altro: da tempo si auto definisce «una valida alternativa a Twitter».

© Shutterstock
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Una sorta di federazione

Ci sono voluti sei anni, ma ora Mastodon potrebbe finalmente decollare. La «piattaforma di social media decentralizzata, gratuita e open-source» di Rochko, infatti, esiste dal 2016, ma fino a non troppi mesi fa, pochi la conoscevano e ancor meno la utilizzavano. Questo perché, come si evince osservandone le funzioni, l'utilizzo di Mastodon (il cui nome deriva da un parente estinto di mammut ed elefanti, da cui prende spunto la stessa mascotte) è meno semplice e intuitivo rispetto a quello di Facebook, Instagram e Twitter. Come spiega Il Post, infatti, il social network in questione viene definito "distribuito" perché non viene gestito da una singola azienda che ne controlla i server (vale a dire i computer collegati a Internet che fanno sì che funzioni), ma da chiunque voglia contribuire all'iniziativa. Per dirla in altre parole, la proprietà di Mastodon è diffusa e, di conseguenza, ogni server è un mondo a sé, che ospita uno o più specifici social network, ma non l'intero sistema di Mastodon. Chiunque è quindi in grado di creare la propria versione di Mastodon, ossia un server con regole e regolamenti che si applicano solo in quella versione. Complicato? Un po'. Per schiarirsi le idee, dobbiamo immaginare ogni singolo social network come una regione. Mastodon, invece, è la nazione che le comprende tutte. Non a caso - spiega ancora Il Post - l'intero sistema viene spesso definito come una federazione, proprio per sottolineare come sia composto da parti distinte, ma comunque in grado di comunicare tra loro.

Come appare la schermata di Mastodon 
Come appare la schermata di Mastodon 

Tra registrazioni e server

Unirsi a Mastodon, tuttavia, richiede diversi passaggi più o meno complessi. Per prima cosa, si sceglie un server su cui registrare il proprio account. Il sito web prescelto ospiterà quindi l'account, il profilo e il feed. Come riporta il New York Times, alcuni siti web consentono la registrazione immediata, mentre per altri sarà richiesta l'approvazione o un invito. Ma c'è una particolarità. Il nome utente, creato come di consueto al momento dell'iscrizione, conterrà il nome del server stesso. Per fare un esempio concreto, registrandosi a Mastodon Social, il nome utente avrà la denominazione del server in questione. Ciò significa che, registrandosi con il nome corrieredelticino, in questo caso, il nome completo del profilo sarà [email protected]. E non solo corrieredelticino, come avverrebbe, invece, su Twitter o su molti altri social media. Ma una volta iscritti, una domanda sorge spontanea. Come si comunica con gli altri utenti? Sebbene l'iscrizione a un particolare server (come Mastodon Social o Mastodon Uno, usato particolarmente in Italia) possa sembrare limitante, è in realtà possibile interagire con ogni persona iscritta a uno degli altri server registrati su Mastodon. E, allo stesso modo, è altrettanto possibile cambiare server e passare a uno diverso, nel momento in cui lo si desidera. 

Somiglianze e differenze con Twitter

Una volta capita la complessa logica che sta alla base del funzionamento di questa particolare piattaforma, e una volta riusciti a procedere con gli altrettanto poco intuitivi passaggi di iscrizione, è il momento di scoprire come funziona nello specifico Mastodon, a cui si può accedere sia attraverso un browser web che attraverso le apposite applicazioni disponibili per iPhone e Android. A primo impatto, l'interfaccia rimanda subito alla home di Twitter. I sistemi per pubblicare testo, immagini e link somigliano molto a quelli del social network di Elon Musk. Con la differenza, però, che anziché pubblicare tweet, su Mastodon si pubblicano "toot", termine inglese il cui significato principale è "suonare il clacson". Ognuno dei post pubblicati su Mastodon può essere condiviso, citato, o ricevere "mi piace", esattamente come accade su Twitter. Differentemente, invece, i post di Mastodon vengono presentati in ordine cronologico, anziché basarsi su un algoritmo. Inoltre, su questo social network distribuito, non esiste la pubblicità. Mastodon è infatti finanziato in gran parte dal crowdfunding, mentre la maggior parte dei server è finanziata dalle persone che li utilizzano. Come spiega il New York Times, i server di cui si occupa il sistema di Rochko sono finanziati attraverso Patreon, una piattaforma di servizi di iscrizione e sottoscrizione usata spesso dai creatori di contenuti. Tuttavia, nonostante visivamente Mastodon ricordi molto Twitter, la sua esperienza d'uso ha poco in comune con il social network del patron di Tesla. Al contrario, le sue funzioni d'uso ricordano maggiormente quelle di Discord, applicazione utilizzata per parlare e messaggiare, dove le persone si uniscono anche a server con culture e regole proprie. 

Negli scorsi giorni, anche alcuni nomi noti hanno deciso di "far le valigie" e spostarsi da Twitter a Mastodon. Tra questi, c'è la giovane attivista Greta Thunberg, che ha condiviso proprio sul social network di Musk il link al suo profilo Mastodon. Nel suo primo toot si legge «Ciao, sono Greta. Siete invitati a seguirmi qui, se preferite il pianeta Terra al pianeta Marte». Molti altri utenti, a loro volta, hanno riempito il social network dell'imprenditore, con cinguettii sul nuovo competitor. Alcuni si sono già spostati, altri programmano di farlo a breve. Nel frattempo, secondo quanto riportato dal New York Times nelle scorse ore, al momento gli account registrati su Mastodon sarebbero arrivati a circa 4,5 milioni. Tuttavia, è ancora troppo presto per dire se la "nuova" piattaforma sia in grado di "rubare" una fetta importante di utenti a Twitter. Quello che è certo è che l'elefantino di Rochko è più agguerrito che mai. 

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