Festività natalizie

Il panettone di Arbedo alla conquista del mondo

Il tipico dolce artigianale e natalizio prodotto dalla pasticceria Filippini può vantare quasi un secolo di tradizione – Molto amato dai bellinzonesi, è sempre più richiesto anche nel resto della Svizzera, in Francia e in Sud America – E finisce pure sulla tavola di una principessa thailandese
© CdT/Chiara Zocchetti
Prisca Dindo
05.12.2023 22:27

Siamo in dicembre e per Elvis Confortini inizia il mese più intenso dell’anno. «Da qui non esco più fino alla vigilia di Capodanno» racconta il pasticciere facendo capolino dal suo laboratorio che si trova ad Arbedo. Ormai il profumo del suo famoso panettone appena uscito dal forno ha già invaso le vie del paese intero, annunciando alla popolazione l’inizio delle festività. «Perché - come spiega Delia Pellanda – non c’è come la fragranza del panettone per far ricordare il Natale, non solo agli abitanti di Arbedo». Delia è compagna nonché braccio destro del pasticcere nato a Tengia, piccolo nucleo di case vicino a Rossura. Mentre lui maneggia dietro le quinte il dolce impasto, lei sta al fronte con il suo volto sorridente, accogliendo la clientela al bancone della pasticceria.

Una tradizione centenaria

Bocche cucite sulle quantità di panettoni che Elvis sforna, come pure sulla storica ricetta che ha ricevuto in gran segreto nel 2014 dall’ultimo erede Filippini, dal quale ha imparato il mestiere. Dietro alla storia della pasticceria che si trova vicino al centro del paese ci sono due generazioni di Filippini. Dapprima Oliviero, che la fondò nel 1930 dopo aver lavorato per la famosa pasticceria Ferrero a Bellinzona; poi suo figlio, al quale diede il suo stesso nome. È da lui che Elvis fece l’apprendistato. «Io avevo la passione per la pasticceria ed avere un maestro come Oliviero è stata una gran fortuna. Ricordo che dopo l’apprendistato lo seguivo ovunque in veste di operaio; ero la sua ombra e questo gli piaceva molto perché aveva capito che in me aveva trovato qualcuno che avrebbe potuto portare avanti l’attività di famiglia».

Gli esordi non facili

Così è stato. Nel 2014 Delia e Elvis raccolgono la sfida e la vincono senza snaturare la tradizione ereditata. A loro non interessava rivoluzionare l’attività quasi centenaria della pasticceria, bensì conservarla. «All’inizio non è stato facile perché la clientela non ci conosceva» spiega Delia «ma poi grazie anche al fatto che Oliviero ci ha accompagnati nell’attività per un anno, siamo riusciti a conquistare la loro fiducia». Delia e Elvis possono contare su due aiuti: Sonia che da una mano quando il bar accanto alla pasticceria è aperto e Silvina, che incarta panettoni insieme al resto della piccola squadra. La ricetta, come detto, è sempre quella di cent’anni fa anche se la qualità delle materie prime a volte costringe il pasticcere ad adottare alcune piccole modifiche. «Certi influssi dettati dal cambiamento climatico li notiamo pure noi nei nostri ingredienti» annota Delia, spiegando che a volte la farina è più secca del solito, a volte troppo umida «a dipendenza delle precipitazioni più o meno abbondanti».

Una fama senza confini

Soffice, facilmente digeribile, lievitato con uva sultanina cedro diamante e arancini canditi che giungono direttamente dalla Sicilia: la fama del panettone di Arbedo continua immutata nel tempo grazie soprattutto al passaparola tra la gente. Questo dolce artigianale ha conquistato non solo i bellinzonesi, per i quali è ormai un’istituzione, ma pure molti stranieri. Un esempio? Alla pasticceria Filippini giungono ordini dall’Ecuador, dalla Francia «e dal Messico, dove vive un facoltoso svizzero che adora il nostro panettone», racconta Elvis invitandomi ad entrare nel suo laboratorio. «E poi la principessa tailandese!» gli fa eco Delia. La giovane non sa se si tratta della figlia dell'attuale re oppure di qualche altra testa coronata tailandese. «Fatto sta che ogni anno l’ambasciata della Tailandia a Berna manda un’auto ad Arbedo per comprare una decina di panettoni destinati ad una loro principessa».

Oltre alle ordinazioni che fioccano da mezzo mondo, ci sono quelle svizzere: Berna, Zurigo, Neuchatel. Senza contare gli acquisti dei bellinzonesi, che vanno matti per questo dolce natalizio. «Capisce perché dico che io dal laboratorio non uscirò più fino a Capodanno?» chiosa soddisfatto Elvis prima di congedarsi.

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