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Il Parlamento europeo rafforza il diritto alla riparazione

Le norme forniscono chiarimenti sull'obbligo per i fabbricanti e i venditori di riparare i beni e incoraggiano i consumatori a prolungare il ciclo di vita di un prodotto attraverso la sua riparazione piuttosto che la sostituzione, riducendo così i rifiuti
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Ats
24.04.2024 20:29

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva sul cosiddetto «diritto alla riparazione» per i consumatori con 584 voti favorevoli, 3 contrari e 14 astensioni. Le norme forniscono chiarimenti sull'obbligo per i fabbricanti e i venditori di riparare i beni e incoraggiano i consumatori a prolungare il ciclo di vita di un prodotto attraverso la sua riparazione piuttosto che la sostituzione, riducendo così i rifiuti.

La direttiva prevede che durante il periodo di garanzia legale i venditori siano tenuti a dare priorità alla riparazione se è più conveniente, a patto che non risulti impossibile o disagevole per il consumatore. Inoltre, la garanzia legale di tutti i prodotti - dalle lavatrici agli aspirapolvere, dagli smartphone alle biciclette - dovrà essere prorogata di un anno dopo l'avvenuta riparazione.

I produttori dovranno fornire pezzi di ricambio e strumenti ad un prezzo ragionevole e non potranno ricorrere a clausole contrattuali, tecniche hardware o software che ostacolino le riparazioni. In particolare, non potranno impedire l'uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da parte di riparatori indipendenti, né potranno rifiutare di riparare un prodotto solo per motivi economici o perché è stato precedentemente riparato da qualcun altro.

La direttiva prevede anche incentivi a optare per la riparazione, ad esempio buoni acquisto e fondi «ad hoc», mentre le piattaforme online dovranno aiutare i consumatori a trovare servizi di riparazione locali e negozi che vendono prodotti ricondizionati.

Una volta che la direttiva sarà stata formalmente approvata anche dal Consiglio europeo e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.