Maltempo

Il pesante bilancio del 2024: 13 vittime, 3 dispersi e un prezzo economico tra i più alti degli ultimi decenni

Mesolcina, Vallese, Alta Vallemaggia, Brienz – Per il WSL è il bilancio più pesante dal 2005 e il quinto dall’inizio delle registrazioni nel 1972
©Gabriele Putzu
Red. Online
24.09.2025 15:37

Colate detritiche, frane, crolli e inondazioni hanno provocato nel 2024 in Svizzera danni per circa 905 milioni di franchi. A renderlo noto è l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL), che con il sostegno dell’Ufficio federale dell’ambiente raccoglie sistematicamente i dati sui disastri naturali: è il bilancio più pesante dal 2005 e il quinto dall’inizio delle registrazioni nel 1972.

Il prezzo pagato non è stato solo economico. Nel corso dell’anno hanno perso la vita tredici persone, mentre altre tre risultano ancora disperse. Otto vittime sono state provocate da colate detritiche, cinque da inondazioni. Quasi l’85 per cento dei danni è stato registrato nel solo mese di giugno, quando piogge torrenziali e persistenti, aggravate in alcuni casi dallo scioglimento della neve, hanno messo in ginocchio intere regioni.

Mesolcina e Vallese

Oggi si parla di cifre ma subito tornando alla mente le terribili immagini del nubifragio in Mesolcina e, soprattutto, del disastro in Vallemaggia.

La prima grande emergenza si è verificata il 21 giugno: una linea stazionaria di temporali ha riversato enormi quantità d’acqua sulla Mesolcina. A Lostallo, nella frazione di Sorte, una frana ha distrutto più abitazioni causando due morti e un disperso. Poco più a sud, nei pressi di Soazza, una colata detritica ha deviato il corso della Moesa e invaso l’autostrada A13, devastata per circa duecento metri. La principale arteria del San Bernardino è rimasta chiusa per due settimane, isolando la valle e causando gravi disagi alla mobilità nord-sud. Oltre ai danni materiali, il nubifragio ha lasciato una valle scossa e provata, con comunità costrette a fare i conti con la paura per un territorio fragile e con il peso di collegamenti interrotti. Ma proprio nei giorni dell’emergenza è emersa anche una forte solidarietà, che ha visto cittadini, soccorritori e istituzioni uniti negli sforzi di ripristino e ricostruzione.

Lo stesso giorno il maltempo ha investito il Vallese, colpendo la Val d’Hérens, la Val d’Anniviers e la Valle di Zermatt. Ma è nella notte tra il 29 e il 30 giugno che la situazione è precipitata. Due violente ondate di temporali hanno gonfiato torrenti e fiumi, fino a provocare l’esondazione del Rodano. A Saas Grund una colata ha seppellito il quartiere di Triftbach causando la morte di una persona, mentre nella Valle di Binn una persona risulta ancora dispersa. Nei pressi di Sierre e Chippis, il fiume ha sommerso interi quartieri per diversi metri, costringendo un centinaio di persone ad abbandonare le proprie case. Le conseguenze economiche più pesanti si sono registrate negli stabilimenti di alluminio di Sierre, dove l’inondazione ha interrotto la produzione per mesi.

La Vallemaggia

La stessa notte anche il Ticino è stato investito da precipitazioni eccezionali. L’alta Vallemaggia, in particolare i comuni di Cevio e Lavizzara, è stata travolta da colate e piene improvvise. I fiumi Bavona, Peccia e Maggia hanno eroso alvei e argini, trascinando via strade, condutture e ponti. In Val Bavona le frazioni di Fontana e Mondada sono state sommerse da una colata di detriti che ha provocato cinque vittime. Altre due persone sono morte nella piena della Maggia, nei pressi di Prato-Sornico. A Piano di Peccia, durante un torneo di calcio, trecento persone sono rimaste isolate per ore; da allora una persona risulta dispersa.

Il bilancio complessivo parla di oltre cento edifici e aziende danneggiati, molti dei quali distrutti, e di collegamenti interrotti anche verso valle, dove a Cevio le acque hanno abbattuto il ponte di Visletto, isolando l’alta valle. Alle perdite umane e materiali si è aggiunto il senso di isolamento di un territorio fragile, che da anni convive con il rischio di frane e piene improvvise. L’ondata di maltempo ha così riacceso il dibattito sulla necessità di rafforzare prevenzione e protezione, ma ha anche messo in luce la capacità di reazione della valle, sostenuta dal lavoro instancabile di autorità, volontari e cittadini.

Nella notte del 30 giugno, le enormi masse detritiche provenienti dalla Valle di Larèchia hanno seppellito parte dei borghi di Fontana e Mondada (Cevio TI). Cinque persone hanno perso la vita (foto: Ufficio dei corsi d’acqua, Dipartimento del territorio, TI).
Nella notte del 30 giugno, le enormi masse detritiche provenienti dalla Valle di Larèchia hanno seppellito parte dei borghi di Fontana e Mondada (Cevio TI). Cinque persone hanno perso la vita (foto: Ufficio dei corsi d’acqua, Dipartimento del territorio, TI).

L’estate nera della Svizzera non si è fermata a giugno. Il 12 agosto, a Brienz nell’Oberland bernese, un temporale improvviso ha innescato una violenta colata detritica dal torrente Milibach. Il paese è stato travolto da fango e detriti che hanno danneggiato case, strade e infrastrutture pubbliche. Anche il cimitero è stato devastato. La strada principale, la linea ferroviaria e i collegamenti navali sono stati interrotti, isolando la comunità per giorni.

A Brienz BE, a causa di un temporale, il Milibach ha provocato una grande colata detritica che ha riempito il deposito di detriti sopra il villaggio e causato devastazioni in alcune parti del villaggio (foto: Ufficio tecnico cantonale di Berna).
A Brienz BE, a causa di un temporale, il Milibach ha provocato una grande colata detritica che ha riempito il deposito di detriti sopra il villaggio e causato devastazioni in alcune parti del villaggio (foto: Ufficio tecnico cantonale di Berna).

L’ultimo trimestre del 2024 è trascorso senza episodi rilevanti, ma le ferite lasciate dagli eventi estivi restano profonde. Il WSL sta preparando analisi dettagliate a livello cantonale e nazionale sugli episodi dell’anno, che saranno pubblicate nel 2026. Entro il 2027 saranno inoltre presentate le conclusioni per nuove misure di protezione e prevenzione.

Il 2024 lascia così un bilancio pesante: quasi un miliardo di franchi di danni, tredici vite spezzate, tre persone ancora disperse e comunità intere segnate dal dolore e dall’incertezza. Un anno che richiama con forza la necessità di investire in prevenzione e resilienza, perché il rischio di eventi catastrofici appare destinato ad aumentare.