Politica

Il PPD cantonale volta pagina dopo oltre mezzo secolo: si chiamerà Il Centro

Il congresso di Cadempino ha accettato la storica modifica a larghissima maggioranza
© CdT/Gabriele Putzu
Giona Carcano
25.06.2022 12:41

Dopo oltre mezzo secolo, il PPD cantonale cambia nome. Al congresso di Cadempino, il partito ha scelto di allinearsi al resto della Svizzera. D’ora in avanti, si chiamerà Il Centro. «Una decisione storica», ha commentato Fabio Regazzi, il quale ha poi ricordato come questa modifica - già accettata in quasi tutti i cantoni - «abbia già prodotto buoni risultati a livello di votazioni».

Anche il presidente nazionale Gerhard Pfister si è detto molto soddisfatto delle conseguenze positive - in particolare sui giovani - che ha portato con sé questa modifica. Il partito ha ottenuto maggiore visibilità, pur mantenendo immutati i sui valori storici. Un partito che cerca un rinnovamento, profilandosi come una risposta decisa alla polarizzazione della società.

Dobbiamo tornare a capire il malessere e le esigenze della popolazione, per poi dare risposte convincenti
Fiorenzo Dadò, presidente cantonale

Ad ogni modo, come è stato ribadito durante la mattinata, «il cambio di nome non risolve tutti i problemi, ma è un inizio». Durante il suo discorso, il presidente cantonale Fiorenzo Dadò ha in seguito ribadito il ruolo del partito: «Dobbiamo tornare ad assumerci una maggiore responsabilità nei confronti della nostra democrazia, dello Stato di diritto, difendendo senza equivoci o tentennamenti valori come la libertà, i diritti umani, la solidarietà tra esseri umani, così come i valori culturali in generale della nostra tradizione filosofica, etica e morale, che sono anche quelli della tradizione cristiana». Dadò ha messo anche in guardia dalla crisi dei partiti storici, che lascia spazio alla polarizzazione, agli estremi. E anche il partito ha delle responsabilità: «Siamo troppo timidi nell’affrontare i problemi climatici con proposte convincenti, e non ci opponiamo in modo deciso a quella politica ambientale-populista che nel disegnare scenari apocalittici sta facendo sentire in colpa l’intera popolazione». Ecco che allora, «il senso di questo rinnovamento non può essere slegato da un’analisi critica e coraggiosa di questa situazione preoccupante e quindi alla consapevolezza che il nostro ruolo non è esaurito, ma è più importante di quello che forse immaginiamo». Il compito, quindi, è quello di tornare a capire il malessere e le esigenze della popolazione, per poi dare risposte convincenti in un momento di grande tensione e di costi alle stelle. Dopo il discorso, la sala ha addirittura riservato a Dadò una standing ovation.

Infine, al termine del momento dedicato alla discussione libera e allo scambio di opinioni, il momento più atteso, quello della votazione. Senza grosse sorprese, dopo 52 anni, il PPD cambierà pelle. Si chiamerà Il Centro (180 schede valide, 161 voti favorevoli).