Il Pronto intervento di Locarno è vecchio: «Impianti datati e da cambiare subito»

Progettato da Livio Vacchini, è stato costruito negli anni Novanta (1995-1998) e, benché abbia un aspetto avveniristico - con la sua forma spigolosa e le caratteristiche vetrate ribaltate che conferiscono alle facciate un tono cangiante dai toni verdeazzurri -, al suo interno qualche acciacco ormai ce l’ha. È l’edificio denominato Centro pronto intervento (abbreviato in CPI), in via alla Morettina, proprio dove si trova la grande torre di cemento, che è in realtà il «camino» della centrale termica che riscalda e raffredda quello come altri edifici pubblici di Locarno, tra cui le scuole elementari e dell’infanzia ai Saleggi.
Se, all’esterno, campeggia un gigantesco leone rampante nel suo ovale rigorosamente blu, all’interno, appunto, di rampante c’è ben poco. Anzi: «Le tecnologie impiegate risalgono alla fine degli anni Ottanta. Parliamo di sistemi domotici e di gestione ormai superati, impianti di illuminazione obsoleti e dispositivi di ventilazione e controllo che non si trovano più sul mercato», afferma al Corriere del Ticino il municipale Marco Pellegrini - titolare del dicastero Logistica, territorio e ente autonomo acqua -, a cui spetta la competenza dell’immobile.
«Non più procrastinabile»
Ecco perché la Divisione logistica e territorio ha appena concluso l’elaborazione del messaggio che chiederà al Consiglio comunale il via libera a un credito complessivo di 3,9 milioni da destinare alla terza fase, la più onerosa, della ristrutturazione. Ristrutturazione definita nel preventivo, da poco pubblicato sul sito, come urgente e oramai «non più procrastinabile».
L’incarto è pronto e sarà pubblicato non appena la compagine di Palazzo Marcacci lo approverà. «Contiamo che ciò possa avvenire già a inizio dicembre, visto che è stato inserito nel piano delle opere», dice ancora il 63.enne, ricordando gli importi degli impegni precedenti: 1,2 milioni nel maggio del 2018, più oltre 840.000 franchi a novembre e altri 260.000 per l’impianto fotovoltaico a inizio 2024, nel frattempo realizzato e oggi in funzione.
Cantieri rilevanti
«Le tappe già superate hanno incluso cantieri di un certo impatto, come quello per la realizzazione della nuova centrale di comando della Polizia, o il rifacimento della pavimentazione e degli impianti nell’autorimessa dei pompieri al piano terra».
Il nostro interlocutore evidenzia come le varie azioni all’orizzonte siano ripartite nell’arco di almeno un paio d’anni (finanche tre), con un primo importo di mezzo milione per il 2026. Come detto, la necessità di risolvere la questione ha raggiunto un certo livello di urgenza: «Dopo 25-30 anni di utilizzo continuo, anche gli ascensori devono essere sostituiti. Abbiamo già effettuato lavori su alcuni macchinari di ventilazione, riscaldamento e raffrescamento ai piani superiori. Ora dobbiamo concentrare l’attenzione sul primo piano, dove si trova la sede operativa dei pompieri e di ALVAD - l’Associazione Locarnese e Valmaggese di assistenza e cura a domicilio -, e occuparci degli elevatori come di altre installazioni centralizzate».
Spunta il terzo attore
C’è il CPI e, un domani, anche il CP3. «Ma si tratta solo di un nome provvisorio, lo usiamo internamente per identificarlo come terzo “attore” del comparto, dopo quello già esistente e quello che ospita il Servizio ambulanza dei distretti di Locarno e Vallemaggia «SALVA». Probabilmente non sarà la denominazione ufficiale. Si tratterà, in ogni caso, di una costruzione tecnico-amministrativa, con funzioni logistiche al piano inferiore e uffici sopra». Al momento, è stato elaborato un progetto di fattibilità con dimensioni e altezze, ma non esiste ancora una documentazione ufficiale pubblicata.
Si presenta come «gemello»
«È previsto un messaggio municipale per indire un concorso di architettura, che dovrebbe arrivare nel corso del prossimo anno, avviando così l’iter progettuale». In generale, però, è pensato per presentarsi come una sorta di “gemello” dell’attuale da sistemare, che gli farà appunto da specchio: «Avrà misure simili a quello esistente e sarà destinato principalmente alla Protezione civile e ad altri enti come il “Lea”, l’Ente locarnese dell’acqua, che ora ha la sua “casa” in una sede provvisoria».
Non solo: in questi nuovi spazi, infatti, sarà collocata parte dell’attrezzatura dei pompieri. Inoltre, «anche questo sarà collegato alla stessa centrale termica della Calore SA», conclude Pellegrini.
