Il punto alle 6.00

L'inviato statunitense Adam Boehler ha dichiarato all'emittente Al Jazeera che un cessate il fuoco a Gaza sarà possibile solo una volta liberati tutti gli ostaggi tenuti da Hamas nell'enclave palestinese. La dichiarazione di Boehler giunge mentre proseguono i negoziati per il cessate il fuoco, a fronte del rinnovato e intenso attacco dell'esercito israeliano a Gaza. Boehler ha sottolineato che il rilascio degli ostaggi rimanenti da parte di Hamas rimane una precondizione non negoziabile per qualsiasi tregua duratura.
Israele aveva pianificato di colpire i siti nucleari iraniani già il mese prossimo, ma nelle ultime settimane è stato fermato da Donald Trump, che preferisce negoziare un accordo con Teheran per limitare il suo programma nucleare: lo rivela il New York Times citando dirigenti dell'amministrazione statunitense e altre persone informate sulle discussioni. Trump ha preso la sua decisione dopo mesi di dibattito interno sull'opportunità di perseguire la diplomazia o sostenere Israele nel tentativo di rallentare la capacità dell'Iran di costruire una bomba atomica, in un momento in cui Teheran è stata indebolita militarmente ed economicamente. Il dibattito ha evidenziato le divergenze tra i membri storicamente 'falchi' del Governo americano e altri collaboratori più scettici sul fatto che un attacco militare all'Iran possa distruggere le ambizioni nucleari del Paese ed evitare una guerra più grande. Il risultato è stato un consenso, per ora, di massima contro l'azione militare, con Teheran che ha manifestato la volontà di negoziare. I funzionari israeliani, secondo il quotidiano statunitense, avevano recentemente elaborato piani per attaccare i siti nucleari iraniani a maggio. Erano pronti a realizzarli e, a tratti, si sono mostrati ottimisti sul fatto che gli USA avrebbero dato il loro consenso. L'obiettivo delle proposte era ritardare di un anno o più la capacità di Teheran di sviluppare un'arma nucleare. Quasi tutti i piani avrebbero richiesto l'aiuto degli Stati Uniti non solo per difendere Israele dalla rappresaglia iraniana, ma anche per garantire il successo di un attacco israeliano, rendendo gli Stati Uniti parte integrante dell'attacco stesso. Per ora, Trump ha preferito la diplomazia all'azione militare.