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Il punto alle 8.00

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Red. Online
28.06.2025 08:00

«Raggiungeremo un cessate il fuoco a Gaza entro la prossima settimana». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump nello Studio Ovale sottolineando che «l'intesa è vicina».

«L'Iran aveva un programma molto vasto e ambizioso, e parte di esso potrebbe essere ancora in piedi. E se così non fosse, è anche ovvio che le conoscenze ci sono»: ha dal canto suo dichiarato alla CBS il capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), Raphael Grossi. «La capacità industriale c'è. L'Iran è un Paese molto sofisticato in termini di tecnologia nucleare, come è ovvio. Quindi non si può ignorare questo, con o senza operazioni militari. Non si risolverà la questione in modo definitivo militarmente». Grossi ha affermato che l'Iran non ha ancora chiesto agli ispettori dell'AIEA di lasciare il Paese, in quello che ha definito un segnale positivo. «Il lavoro dovrà continuare. Altrimenti, nessuno avrà idea di cosa stia succedendo in Iran».

L'Iran sta trasferendo parte della sua industria militare, tra cui la produzione di missili balistici e droni, nelle aree controllate dagli Houthi a Saada, Hajjah e nella periferia di Sana'a: lo ha detto Moammar al-Eryani, ministro dell'Informazione del governo yemenita riconosciuto a livello internazionale, esortando il mondo a prendere sul serio la minaccia. Lo riporta Iran International. Eryani ha avvertito che le attività dell'Iran potrebbero trasformare lo Yemen in una piattaforma di lancio per programmi di armi vietate, mettendo a repentaglio la stabilità regionale e bloccando le possibilità di una soluzione politica nel Paese devastato dalla guerra. «L'indifferenza internazionale di fronte a queste misure costerà caro alla regione e al mondo intero, e darà all'Iran l'opportunità di consolidare una pericolosa realtà, trasformando lo Yemen in un laboratorio per lo sviluppo dei suoi programmi proibiti, in una base missilistica avanzata per la Guardia Rivoluzionaria iraniana e in una piattaforma per lanciare minacce alla sicurezza regionale», ha scritto il ministro su X. «Questa crescente minaccia non colpisce solo i Paesi confinanti, ma rappresenta anche un pericolo diretto per l'economia globale, le catene di approvvigionamento e i prezzi dell'energia».

Iran international ha nel frattempo pubblicato su X alcune immagini satellitari catturate da Maxar che sembrano mostrare macchinari per scavi e movimento terra al lavoro ieri nel sito nucleare iraniano di Fordow bombardato dagli Stati Uniti. Secondo il canale israeliano Channel 12, le immagini potrebbero mostrare tentativi di estrarre uranio per uso militare di cui finora non si è avuta traccia.

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha condannato i commenti «irrispettosi e inaccettabili» del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha affermato di aver salvato la guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, da una «brutta morte». «Se il presidente Trump desidera davvero raggiungere un accordo, dovrebbe mettere da parte i suoi toni irrispettosi e inaccettabili nei confronti della guida suprema iraniana, il Grande Ayatollah Khamenei, e smettere di ferire i suoi milioni di sinceri sostenitori», ha scritto Araghchi sul suo account X.

Intanto, sul fronte bellico, le forze di difesa israeliane (Idf) hanno detto di avere individuato il lancio di un missile proveniente dallo Yemen e diretto su Israele. «I sistemi di difesa aerea sono stati attivati per intercettare la minaccia», afferma l'Idf su Telegram. Le sirene hanno suonato in varie aree di Israele e la popolazione è stata invitata a seguire il protocollo indicato dal Comando interno.

Sul fronte iraniano, invece, secondo Iran International, esplosioni sono state udite a Eslamshahr, nella parte occidentale di Teheran, ed è stasata attivata la contraerea. Iran International cita post di testimoni oculari sui social media. L'area di Bidganeh, nella parte occidentale di Teheran, ospita un complesso militare e un sito missilistico oggetto di attacchi israeliani durante la guerra dei 12 giorni, aggiunge il media iraniano.

Nel frattempo, sono iniziati a Teheran i funerali di Stato per circa 60 persone, tra cui comandanti militari e scienziati nucleari, uccisi nella guerra con Israele, secondo quanto riportato dai media statali. «La cerimonia in onore dei martiri è ufficialmente iniziata», ha dichiarato la TV di Stato, mostrando filmati di persone in abiti neri che sventolavano bandiere iraniane e tenevano in mano le foto dei comandanti militari uccisi.

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