Il caso

Il rapporto su Unitas «conferma le criticità»

Il Consiglio di Stato rende noti i risultati dell’audit esterno stilato dall’avvocata Raffaella Martinelli Peter sui presunti casi di molestie sessuali emersi in seno all’associazione – Sotto la lente ruoli e vigilanza interna – Chiesti provvedimenti per correggere le carenze
L’associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana deve cambiare rotta. © CdT/Chiara Zocchetti
Giona Carcano
16.12.2022 22:30

Unitas deve cambiare rotta. Migliorarsi, aggiornarsi, darsi una struttura più trasparente. Sono queste le principali indicazioni emerse dall’audit esterno commissionato all’avvocata Raffaella Martinelli Peter dal Consiglio di Stato. Un audit chiesto dopo i presunti casi di molestie sessuali in seno all’associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. Nel rapporto vengono confermate criticità di natura formale e organizzativa, «con particolare riferimento ai ruoli, alla vigilanza interna, alla gestione delle segnalazioni e al flusso di informazioni». Il Governo, come vedremo, ha quindi chiesto all’associazione la messa in atto di una serie di provvedimenti.

Le due strade

Prima, però, facciamo un passo indietro. Come si è arrivati all’audit? A inizio anno, attraverso i media, diverse donne che frequentavano gli spazi di Unitas avevano raccontato di presunti casi di molestie da parte di un uomo, figura di riferimento all’interno di Unitas (nel frattempo dimessosi sia dall’associazione, sia dalla fondazione). Molestie fisiche, verbali e di stalking risalenti ad alcuni anni fa e oggetto di segnalazioni alle autorità giudiziarie nel 2021.

La vicenda aveva quindi preso due strade diverse. Una penale, l’altra amministrativa. A livello penale si è espresso il Ministero pubblico: la procuratrice pubblica Valentina Tuoni aveva decretato il «non luogo a procedere». Infatti, il reato di molestie è perseguibile solo a querela di parte. Querela che tuttavia non è mai arrivata. Il reato, dunque, è caduto in prescrizione.

La seconda via, quella amministrativa, è nata da un’inchiesta interna di Unitas successivamente rilevata dal Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), che eroga all’associazione circa 2 milioni di franchi l’anno (2,5 milioni nel 2022) per servizi riconosciuti. Di qui, dunque, la necessità da parte dello Stato di stabilire tramite un audit se Unitas fosse ancora meritevole di fiducia e dunque di sussidi pubblici.

Ristabilire la fiducia

L’obiettivo delle verifiche era quello di assicurarsi che quanto emerso, in particolare i presunti casi di molestie sessuali, non pregiudicasse la qualità delle prestazioni fornite all’utenza. Occorreva anche comprendere come l’associazione avesse gestito queste situazioni. Come detto, il rapporto finale dell’avvocata Martinelli Peter conferma la presenza di criticità in vari ambiti dell’associazione. «Per criticità di natura organizzativa intendiamo le situazioni in cui bisogna aggiornare, o in tanti casi definire ex novo, aspetti legati alla concentrazione di ruoli su una o più persone, conflitti di interesse oppure competenze dei vari organi come la direzione, il comitato o l’assemblea», ci spiega Gabriele Fattorini, capo della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie. «Sono criticità procedurali. Quelle di natura formale, invece, concernono l’aggiornamento delle procedure interne: la documentazione di riferimento o i protocolli per le segnalazioni. I due aspetti vanno di pari passo: il come fare le cose e chi sono le persone responsabili nei vari ambiti di Unitas. L’associazione stessa, va sottolineato, ha già reagito definendo linee guida e protocolli sugli abusi e sui maltrattamenti. Ad ogni modo, resta ancora del lavoro da fare». Il DSS ha quindi chiesto a Unitas di attivarsi entro tempistiche definite, in modo da garantire il necessario rapporto di fiducia. «Il nostro obiettivo è quello di assicurare questo rapporto, anche nei confronti di tutte le persone che ruotano attorno a Unitas e che hanno sofferto di questa situazione», sottolinea ancora Fattorini. «L’audit è servito proprio a portare alla luce le carenze dell’associazione. Ora, si tratta di risolverle».