Televisione

Il ritorno, vincente, della Gialappa's Band con GialappaShow

Il trio, ora diventato duo, ha riproposto vecchi personaggi, su tutti Jean Claude con «Sensualità a Corte», ma a modo suo ha pure saputo innovare
© GialappaShow
Red. Online
22.05.2023 16:00

Di un ritorno, in grande stile, della Gialappa's Band in televisione ne avevamo parlato tempo fa. Ritorno doveva essere e ritorno, infine, è stato. Sebbene questo nuovo, nuovissimo GialappaShow – con la prima puntata andata in onda ieri, domenica 21 maggio, su Tv8 – sia privo del Signor Carlo, al secolo Carlo Taranto, assieme a Giorgio Gherarducci e Marco Santin mente e voce del trio originale. Eppure, la verve è sembrata la stessa dei tempi d'oro, quelli del primo Mai dire Gol per intenderci. 

Di sicuro, il pubblico (anche dal Ticino) ha apprezzato. La prima puntata, dicevamo, condotta dal Mago Forest e da Paola Di Benedetto, in Italia ha fatto registrare oltre un milione e mezzo di telespettatori. Merito, probabilmente, del politicamente scorretto e dell'ironia attraverso cui la Gialappa's ha descritto i principali programmi televisivi del panorama italiano. Citiamo, a tal proposito, MasterChef, X Factor e Pechino Express. Vecchio e nuovo, insomma, hanno trovato ugualmente posto in una prima serata davvero notevole, a maggior ragione considerando i giustificati timori di molti fan della prima ora. Della serie: ma funzionerà? Sì, ha funzionato.

Il vecchio che avanza (e bene)

A proposito di nostalgia canaglia, gli amanti del vecchio show hanno indubbiamente gradito la reintroduzione del citofono. Un momento, a suo tempo, fondamentale nell'economia del programma. Al citofono, infatti, negli anni si sono annunciati personaggi storici come Rolando, Felice Caccamo o, ancora, il Bimbo Gigi. Certo, nel 2023 le gag al citofono sono passate dal bianco e nero al colore. Ma, appunto, quanto è stato bello rivivere certe sensazioni?

Per tacere di Sensualità a Corte, sketch originariamente creato nel 2005. Il Jean Claude di Marcello Cesena, sin dalle primissime battute, ha entusiasmato. Quanto mancavano gli scambi di vedute con la madre, la collerica Simona Garbarino. E quanto attuale è stato, come detto, il riferimento a Pechino Express

Fra le vecchie proposte, è piaciuto il ritorno di Ubaldo Pantani nei panni di un Massimo Giletti tremendamente sessista e totalmente fuori luogo. Pantani che, e qui veniamo alle novità, si è pure calato nei panni di Bruno Barbieri in una versione low cost del celebre 4 Hotel: il Pantani-Barbieri, infatti, si è dilettato a scoprire 4 Motel. E sempre a proposito di novità, il citato Pantani ha creato un piccolo capolavoro con Cucinare guidando.

I nuovi personaggi

Dicevamo delle novità, già. C'erano, come visto. E ce ne saranno ancora, presumiamo. Bene, molto bene Brenda Lodigiani – apprezzatissima anche in LOL 3 – e Valentina Barbieri. Quest'ultima, in particolare, ha proposto una versione surreale e quasi grottesca di Francesca Fagnani. Gandhi, l'intervistato, si è trovato prigioniero di un Berve (romanizzazione di Belve) presto sfuggito a ogni controllo: finale scontato, forse, ma la voce e l'impostazione date alla Fagnani sono incredibilmente simili all'originale. Lodigiani, invece, è piaciuta in versione Orietta Berti ma anche, se non soprattutto, nell'interpretazione di un androide tutto fare (la «rabìiiia» vi dice nulla?).

C'è stato spazio, ed era ovvio visto il momento, anche per la satira politica. Stefano Rapone, per l'occasione, ha creato un personaggio capace di riunire tutte le vicissitudini e le polemiche che hanno colpito il governo Meloni. Basti pensare al nome scelto per lo stesso personaggio, con riferimenti oltremodo evidenti: Galeazzo Italo Mussolini. Fra le proposte più strampalate, ma incredibilmente vicine all'attualità, quella di consegnare agli italiani un busto di Pino Insegno, "un moderno Dante".

Il giudizio

Il giudizio, concludendo, è positivo. Grazie, va da sé, anche al cazzeggio garantito dal Mago Forest, capace di battute fulminanti come quella a margine dell'esibizione dei Neri per caso. Di più, l'impostazione alla TikTok, se vogliamo, con continui e repentini capovolgimenti di fronte e ingressi a raffica di personaggi, altro non è che la storica impostazione della Gialappa's. Un trio, pardon duo, che ha scelto, non senza rischiare, di proporre (anche) qualcosa di innovativo e non soltanto una formula che fece fortuna anni fa. Dimostrando, nel processo, di avere più di una carta da giocare nella tv generalista italiana di oggi. Un programma, GialappaShow, che ha accontentato i vecchi ma, allo stesso tempo, si propone altresì quale riferimento per i ventenni di oggi o giù di lì. E chissà a Mediaset, visto il fallimento di Mai Dire Talk su Italia1, quanto si staranno mordendo le mani.