Il sangue di Maidan non è stato dimenticato

KIEV (dal nostro inviato) - Dopo aver festeggiato la ricorrenza del 27.esimo anniversario dell'Indipendenza lo scorso 24 agosto, tra poco più di tre mesi l'Ucraina ricorderà i primi scontri di piazza del 2013 che portarono alla rivoluzione di Maidan, sulla maestosa Maidan Nezalezhnosti. Un anniversario importante che non mancherà di essere sottolineato con i crismi dell'ufficialità da Kiev, che ne celebrerà il profondo significato per tutta la nazione (le proteste di piazza iniziarono a fine 2013 e culminarono il 20 febbraio 2014 con la morte di oltre cento persone).
Oggi, mentre i cittadini ucraini si godono le ultime giornate calde di quest'estate lungo la centralissima via Kreschatyk, dove hanno fatto capolino da tempo anche i negozi internazionali delle grandi firme della moda e dello stile di vita occidentale, il clima appare disteso. L'aria che vi si respira non sembra far trasparire le tensioni politiche, conseguenza dei tesissimi rapporti con la Russia (iniziati proprio con la rivolta di Maidan, preludio all'insediamento del Governo filo-europeo, e resi incandescenti dall'invasione della Crimea e dalla guerra nel Donbass). Mentre le pur rilevanti preoccupazioni economiche dei cittadini, confrontati con un'inflazione galoppante e una generale instabilità e assenza di prospettive di sviluppo, paiono sopite. «Qui ad ogni annuncio del Ministero dell'economia, i prezzi salgono del 10%», ci dice la gerente di un negozio di vestiti. E in effetti, con lo sguardo più attento, anche nel centro di Kiev le vittime della crisi che attanaglia il Paese non sono difficili da individuare.