"Il ticinese DOC? Una figura ibrida"

Esistono i «veri ticinesi»? La domanda s'impone dopo aver letto lo studio pubblicato dall'Ufficio di statistica curato da Pau Origoni e Danilo Bruno - «Stranieri, migrazione e integrazione in Ticino» - secondo il quale, nel nostro cantone, un residente su due ha un «passato migratorio» (vedi suggeriti). E una buona parte dei «migranti» che abitano fra Chiasso e Airolo, poco meno della metà, è svizzero. A rigore, quindi, quando si parla di immigrazione in terra ticinese, il fenomeno non fotografa solo ed esclusivamente gli stranieri, ma una parte consistente dei ticinesi stessi. Allora i casi sono due: o la migrazione fa parte del DNA del «vero ticinese», oppure l'"homo ticinensis" va cercato in quella metà della popolazione priva di «passato migratorio».
Per Pau Origoni, co-autore dello studio e neo-direttore dell'Ufficio di statistica, «da statistico potrei dire che il ticinese vero esiste, ma è una figura ibrida. Perché almeno per la metà dei casi, il residente in Ticino è un migrante. Dobbiamo riconoscere che se non ci fossero stati fenomeni migratori, metà delle persone che oggi vivono nel nostro cantone non sarebbero qui».«Se invece volessimo fare un discorso del ticinese come figura "aborigenale" è chiaro che fra gli autoctoni troviamo persone che hanno un legame col territorio più forte. Più radicato nel tempo, Tant'è vero che proprio in quel gruppo troviamo la maggior quota di persone che non hanno mai lasciato il loro comune di residenza, che ci vivono dalla nascita».«Ma tutto è relativo, dipende da dove mettiamo le soglie. A partire da quante generazioni di permanenza sul territorio? Io vengo dal Mendrisiotto. Ma lì, la metà delle persone ha origini bergamasche. Senza i bergamaschi la metà degli abitanti del Mendrisiotto non ci sarebbero».
Interpellato sullo stesso tema, lo storico Marco Marcacci osserva che "a mo' di provocazione si potrebbe affermare che risalendo di alcune migliaia di anni si scoprirebbe che il 100% della popolazione residente in Ticino è il risultato di continui processi migratori e di meticciato. Senza risalire alla comparsa della specie umana sulla Terra, basterebbe ricordare che fino a circa 12.000 anni fa le nostre contrade erano disabitate, perché coperte da una spessa coltre di ghiaccio... Per epoche più recenti, sappiamo che l'immagine delle popolazioni alpine isolate e autarchiche nelle rispettive vallate è falsa. Fenomeni migratori, nei due sensi, sono attestati fin dalle più remote fonti storiche. Anche l'idea di zone o periodi di sola immigrazione o emigrazione, è largamente superata».