Estate

Il turismo ticinese incespica

Registrato un calo dei pernottamenti nei primi mesi dell’anno, il settore si dice comunque ottimista per il prosieguo della stagione – Sonja Frey (HotellerieSuisse): «Fin qui siamo stati penalizzati dal meteo» - Angelo Trotta (Ticino Turismo): «È troppo presto per tirare le somme»
© CdT/ Chiara Zocchetti
10.07.2023 06:00

Nonostante le previsioni di HotellerieSuisse indicassero un’estate bollente per il turismo svizzero, il settore in Ticino si ritrova a fare i conti con una prima battuta d’arresto. I dati pubblicati giovedì dall’Osservatorio del Turismo (O-Tur) hanno mostrato infatti che la situazione nel nostro cantone si sta rivelando diversa dalle aspettative.  

Più arrivi, meno pernottamenti

Ciò che emerge dal rapporto dell’O-Tur è che gli arrivi registrati sono lievemente aumentati rispetto al maggio dello scorso anno (+1,2%), mentre i pernottamenti sono calati del 4,3%. In altre parole, più turisti hanno raggiunto il Ticino, ma sono diminuite le notti passate nelle strutture alberghiere. La presidentessa di HotellerieSuisse Ticino Sonja Frey non nasconde una certa preoccupazione. «La stagione è iniziata un po’ a rilento, con maggio e giugno non proprio soddisfacenti. Qui abbiamo lavorato tantissimo durante il COVID. Nel 2021 c’è stato il pienone e nel 2022 quasi, ma ora i soggiorni sono diminuiti». Le condizioni meteo avverse dei mesi scorsi non hanno giovato agli affari, anzi. «Il brutto tempo, soprattutto nei weekend, ci ha penalizzato. Il turismo nel Locarnese dipende moltissimo dal meteo. In effetti, ci sono stati alberghi con solo il 20% di occupazione. Ma nemmeno nel Luganese c’è stato il tutto esaurito». Sembrerebbe, dunque, un inizio estate abbastanza difficile per alcuni, soprattutto se paragonato alle precedenti annate. Anche Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo, riconosce il calo dei pernottamenti, tra l’altro verificatosi non solo nel mese di maggio scorso. «Prendendo in considerazione i dati da gennaio a maggio 2023, notiamo che gli arrivi sono aumentati dell’1,9% rispetto al 2022, ma assistiamo a una flessione del 2,8% dei pernottamenti», conferma. Il motivo? «La volontà di viaggiare persiste, ma si vogliono contenere i costi. Quindi, si opta per meno notti di soggiorno».

Tuttavia, il numero di pernottamenti risulta ancora come un dato in crescita se confrontato al periodo pre-pandemia: «Rispetto al 2019, i soggiorni a maggio 2023 sono aumentati dell’8,1%», commenta Angelo Trotta. «Inoltre, ci sono più turisti che hanno raggiunto il nostro cantone tra gennaio e maggio, in confronto allo stesso periodo del 2022».

Ci sono anche altre cifre positive, ovvero quelle che riguardano i turisti provenienti dall’estero. «I pernottamenti registrati in maggio mostrano che i turisti stranieri sono in crescita, anche in paragone al 2019, dunque prima che il COVID cambiasse le abitudini di viaggio», dice Trotta. «Abbiamo notato un’importante crescita di turisti tedeschi, i quali rappresentano il secondo mercato dopo la Svizzera stessa. Anche i turisti da Paesi del Golfo, Stati Uniti e Benelux sono aumentati considerevolmente».

L’incognita dei prossimi mesi

Le previsioni sul resto della stagione non sono ottime. «Secondo un campione di strutture, attualmente la percentuale di camere occupate è del 58% e per agosto del 43%, ovvero circa l’8% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma è ancora presto per tirare le somme», dichiara Trotta. Anche Sonja Frey è d’accordo: «Spesso le persone decidono all’ultimo momento di partire per il fine settimana, quindi tante prenotazioni possono ancora arrivare». Per la presidentessa di HotellerieSuisse Ticino, le prospettive potrebbero tranquillamente migliorare da metà mese: «Gli eventi previsti come Moon&Stars, Locarno Film Festival e LongLake Festival attirano molti turisti. Questo ci fa restare ottimisti». L’estate degli albergatori ticinesi resta allora tutta da scrivere.

Tra rincari e voglia di mare

Insomma, secondo gli esperti, il settore del turismo ticinese, tutto sommato, continua a performare piuttosto bene. Le prospettive, però, non sono rosee. Più che normale se si considerano anche due sfide non indifferenti: i rincari, in primis, ma anche la voglia di tornare a viaggiare lontano dopo due anni di restrizioni.

«Le strutture alberghiere sono state costrette ad aumentare i prezzi a causa dell’innalzamento dei costi, e questo i turisti l’hanno visto», dice Sonja Frey. «I rincari frenano gli spostamenti delle famiglie. Tante decidono di rimanere a casa, o di andare all’estero con l’idea di risparmiare», spiega. L’estero attira, oltre che per la minor spesa, anche per la voglia di uscire dai confini nazionali. «Dopo la fine della pandemia, c’è la voglia di scoprire nuovi posti e di tornare al mare. Noi come albergatori lo percepiamo», ammette la presidentessa di HotellerieSuisse Ticino. Questo fenomeno è confermato anche da Angelo Trotta: «Il desiderio di evadere e di recarsi all’estero dopo anni di restrizioni esiste». Come prevenire o ridimensionare questa tendenza? «Da parte nostra è difficile influenzare a corto termine i flussi turistici, che sono toccati da elementi esterni non controllabili come il tasso di cambio euro-franco sfavorevole e l’inflazione», chiarisce Trotta. La soluzione, secondo l’esperto, è da cercare sul medio-lungo termine: «Bisogna valutare come la situazione evolverà e decidere poi a livello strategico su quali mercati investire e con quali modalità».

Anche i campeggi accusano il colpo del maltempo

© CdT/Chiara Zocchetti
© CdT/Chiara Zocchetti

Il settore dei campeggi ha registrato un inizio 2023 in linea con lo stesso periodo del 2022. Un risultato definito come «ottimo» dal presidente di Ticino Turismo Simone Patelli, dato che negli ultimi due anni, a causa delle restrizioni di viaggio legate alla pandemia, le prenotazioni nei campeggi erano esplose. Tuttavia, nonostante il buon inizio, i numeri di giugno e di questo inizio luglio raccontano una storia diversa. «Se paragonati a quelli dell’anno scorso, i pernottamenti e le prenotazioni attuali sono diminuiti», afferma Patelli. I motivi del calo, secondo l’esperto, sono principalmente il ritorno alla libertà di movimento dopo la revoca delle misure sanitarie e il meteo. «La voglia di tornare a viaggiare e trascorrere le ferie all’estero si è fatta e si farà sicuramente sentire», spiega Patelli, aggiungendo anche che «l’eccezionale bel tempo a nord delle Alpi, in parallelo a un giugno particolarmente piovoso in Ticino, ha inciso sul numero di turisti che hanno raggiunto i campeggi del nostro cantone». Inoltre, benché sia difficile dirlo ora, la diminuzione dei soggiorni potrebbe pure proseguire da metà agosto fino all’inizio delle vacanze autunnali. «Durante gli ultimi due anni, questi mesi hanno visto numerose riservazioni, ma bisogna capire se anche con la fine del COVID le persone decideranno di venire lo stesso nei nostri campeggi», continua il presidente di Ticino Turismo.

Ad ogni modo, con l’inizio delle vacanze scolastiche in Svizzera interna, è atteso il pienone a partire da questa settimana.  «Le famiglie con bambini, in questo momento, sono molto importanti per il settore dei campeggi», commenta Simone Patelli, sottolineando così come la tipologia di ospiti vari a seconda del periodo dell’anno. In effetti, «a giugno, agosto o settembre sono invece soprattutto le coppie, le persone di mezza età e i pensionati che prenotano, perché ricercano mesi più calmi».

Ma da dove vengono i turisti che raggiungono i campeggi ticinesi? «Il mercato è composto principalmente da svizzeri tedeschi, che corrispondono al 60% del totale, ma anche gli svizzeri romandi sono molto presenti», dice Patelli. Tuttavia, ci sono pure sempre più germanici che decidono di trascorrere le loro vacanze alle nostre latitudini. «Malgrado un tasso di cambio franco-euro non favorevole, gli ospiti tedeschi sono finalmente in crescita dopo la fine della pandemia», conclude Simone Patelli. Si tratta di un aspetto particolarmente positivo, che potrebbe compensare la mancanza della clientela svizzera, tornata a prediligere destinazioni all’estero.