Il Washington Post indaga le "relazioni pericolose" di Trump

NEW YORK - Donald Trump e le sue "relazioni pericolose" del passato. I suoi rapporti con ambienti ambienti vicini o contigui alla mafia newyorkese. È il Washington Post a parlarne, ripercorrendo la scalata verso il successo del magnate del mattone, oggi candidato repubblicano alla Casa Bianca. Una ricostruzione basata sulle carte di vecchi processi e con la premessa che Trump non è stato mai accusato di alcuna illegalità.
Ma dai documenti emergono rapporti con alcuni personaggi legati alla più potenti famiglie mafiose che gestivano il settore delle costruzioni nella Grande Mela. Il famoso Trump Plaza di Manhattan, per esempio, fu costruito col cemento armato fornito dalla S&A Concrete Co., i cui proprietari erano Anthony "Fat Tony" Salerno, uomo dei Genovese, e Paul Castellano, boss dei Gambino. I due pretesero ed ottennero l'appalto per la fornitura di cemento, a prezzi gonfiati, per quasi tutti i principali progetti edilizi a New York. Salerno finì poi in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso e turbativa d'asta. E il suo avvocato, Roy Cohn, (ex consulente del senatore repubblicano John McCarthty), rimase molto amico di Trump e a volte lo difese anche in tribunale.
Trump - scrive il post - costruì il suo successo, che arrivò all'apice negli anni '80, anche pagando cifre enormi a molti politici di turno. Solo nel 1985 - sottolinea il Post - contribuì con circa 150.000 dollari alla campagna elettorale di alcuni candidati locali, l'equivalente di 330'000 dollari di oggi.