Imposta sulle successioni, a Palazzo lo scontro s’accende

Dieci anni dopo la bocciatura dell’iniziativa popolare «Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS», respinta con il 70% dei voti contrari, a Palazzo si torna a parlare di un’imposta federale sulle successioni. Il Consiglio nazionale ha iniziato il lungo dibattito sull’«Iniziativa per il futuro» della Gioventù socialista (GISO), volta a tassare i grandi patrimoni a favore del clima. Nel mirino ci sono le eredità superiori ai 50 milioni di franchi (cfr. riquadro a fianco per i dettagli), mentre la proposta caduta alle urne nel 2015 riguardava quelle superiori ai 2 milioni. Più di sessanta gli iscritti, a dimostrazione di quanto il tema sia sentito e controverso. Finora ha preso la parola una trentina di deputati. La discussione, a tratti accesa, proseguirà il martedì e il mercoledì dell’ultima settimana di sessione. Per il campo borghese, maggioritario in Parlamento, si tratta di un testo «pericoloso», che andrebbe liquidato al più presto (si punta al voto popolare in novembre), per porre fine alla situazione di incertezza creata dall’iniziativa, a causa del previsto effetto retroattivo. Per lo schieramento rossoverde, invece, si tratta di un contributo alla riduzione delle disuguaglianze.
Patrimoni per 500 miliardi
Sull’esito dei dibattiti non c’è molta suspense. Stando alla commissione preparatoria, a causa delle conseguenze negative per l’economia e le finanze pubbliche, l’iniziativa popolare va respinta senza opporle alcun controprogetto, così come raccomandato anche dal Consiglio federale. Secondo le stime, in Svizzera sono circa 2.500 i contribuenti che detengono una sostanza superiore ai 50 milioni. Il valore della sostanza complessiva è di 500 miliardi di franchi. Il potenziale gettito stimato è di 4,25 miliardi, ma Governo e maggioranza parlamentare temono una fuga di buoni contribuenti - c’è chi ha già detto che intende lasciare il Paese prima del voto - e il conseguente calo del gettito ordinario generato da redditi e sostanza. Tra l’85% e il 98% del sostrato fiscale potrebbe lasciare il Paese secondo l’Amministrazione federale delle contribuzioni.
Partenze e niente arrivi
Secondo la maggioranza commissionale, un’imposta di successione elevata renderebbe più difficile o impossibile la successione a molte imprese familiari, causerebbe partenze di persone abbienti e ne impedirebbe l’arrivo. A causa dei previsti cambiamenti di comportamento, nel peggiore dei casi vi potrebbero essere perdite fiscali per gli enti pubblici, ha dichiarato Paolo Pamini (UDC) a nome della commissione. A parte ciò, l’iniziativa infrangerebbe la sovranità fiscale cantonale, violando inoltre il principio della tassazione in base alla capacità economica. Dubbi giuridici vengono espressi dalla maggioranza anche sull’effetto retroattivo dell’iniziativa, ha aggiunto Pamini.
Una minoranza rossoverde ha invece raccomandato di accogliere l’iniziativa e ha presentato vari controprogetti diretti (di rango costituzionale) con aliquota più bassa e/o franchigia più bassa; viene proposta ad esempio un’aliquota del 25% sugli importi superiori ai 50 milioni di franchi o del 5% per importi superiori ai 5 milioni. Se ne riparlerà fra un paio di settimane. Per la sinistra l’imposta sulle successioni contribuisce all’equità fra le generazioni. «Il 75 % della ricchezza delle trecento persone più ricche proviene da eredità», ha osservato Céline Widmer (PS/ZH). «Le eredità e le donazioni stanno quindi diventando sempre più importanti. Quest’anno saranno donati o ereditati circa 100 miliardi di franchi. Allo stesso tempo, la tassazione dei beni e delle successioni, delle eredità e delle donazioni è diminuita drasticamente negli ultimi trent’anni». Widmer ha proposto, in alternativa, un’imposta generazionale annuale dell’1% sulla sostanza di oltre i 50 milioni di franchi (una sorta di imposta di successione pagata a rate). Da parte sua, il collega vallesano Emmanuel Amoos ha dichiarato di «conoscere pochissime persone il cui patrimonio supera i 50 milioni di franchi. Quindi la questione riguarda pochissimi cittadini. Ed è solo su questi 50 milioni che verrebbe applicata l’imposta di successione. Quindi se, ad esempio, si ha un patrimonio di 51 milioni, l’imposta verrebbe riscossa solo su quel milione in più».
Temute perdite fiscali
Già prima dei dibattiti in Parlamento, l’iniziativa ha suscitato un’insolita quantità di critiche. I rappresentanti di quattro gruppi parlamentari (UDC, PLR, Centro, PVL) e del mondo economico hanno messo in guardia da forti perdite fiscali in caso di voto favorevole. Secondo vari deputati, tra cui Lorenzo Quadri (Lega) e Simone Gianini (PLR), gli imprenditori e i ricchi contribuenti sarebbero costretti a lasciare la Svizzera. Per Quadri è anche «l’ennesima dimostrazione che il clima in realtà è un pretesto per attaccare la proprietà privata, per fare la guerra a ricchi, per superare il capitalismo e per imporre principi di stampo comunista - tutto ciò senza alcun beneficio ambientale concreto». Secondo Gianini, «siamo di fronte a un’iniziativa pericolosa, che può avere un effetto boomerang già prima del voto popolare. Non pochi sono infatti i potenziali grandi contribuenti che stanno evitando di trasferirsi nel nostro Paese, proprio perché vi è la spada di Damo-cle dell’iniziativa dei Giovani socialisti».