Locarno

In città torna l’oratorio: sarà alla Sacra Famiglia

Dopo aver sperimentato con successo l’accoglienza dei più grandi, la Parrocchia ha indetto un sondaggio con la proposta di uno spazio ricreativo per i più piccoli, dai 7 ai 10 anni, il mercoledì pomeriggio - Don Carmelo: «Luogo d’incontro, di amicizia e anche di preghiera»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Mauro Giacometti
04.01.2024 21:30

Torna a Locarno l’oratorio per i più piccoli. Dopo diversi lustri d’assenza e un paio d’anni d’esperienza positiva per i ragazzi dai 10 ai 14 anni, che il venerdì sera si ritrovano nei locali del Centro Sacra Famiglia, la Parrocchia di Locarno propone un allargamento dell’accoglienza oratoriale ai bambini più piccoli che frequentano la terza, quarta e quinta elementare. «Assieme al vicario don Nathan e ad alcuni collaboratori e collaboratrici della Parrocchia, abbiamo pensato ad una proposta interessante: aprire uno spazio di gioco, amicizia, scoperta di tante belle cose e di sorprese, dedicato esclusivamente ai bambini e alle bambine dai 7 ai 10 anni. Un’esperienza che vogliamo chiamare oratorio». Così l’arciprete di Locarno, don Carmelo Andreatta, si rivolgeva in novembre ai genitori della Parrocchia in una sorta di sondaggio per far ripartire o meno una proposta di svago e anche di riflessione e preghiera per i più piccoli, esperienza peraltro assente da qualche anno in città. E le risposte non hanno lasciato dubbi: sì all’oratorio, preferibilmente il mercoledì pomeriggio dalle 13.30 alle 16.30 e sì anche alla Sacra Famiglia come luogo d’incontro, anziché nella storica e un po’ vetusta sede di Sant’Antonio, vicino alla Casa parrocchiale.

La canzone di Celentano

Fino alla fine nel secondo millennio l’oratorio era uno dei luoghi privilegiati per socializzare da parte delle nuove generazioni. Alla fine degli anni ’60 Adriano Celentano ne tesseva le lodi in «Azzurro», ricordando la sua adolescenza nella periferia di Milano: «Sembra quand’ero all’oratorio, con tanto sole, tanti anni fa. Quelle domeniche da solo in un cortile, a passeggiar. Ora mi annoio più di allora, neanche un prete per chiacchierar». In oratorio si sperimentava che tutte le attività erano importanti, sia quelle a carattere culturale, sia quelle direttamente connesse alla fede. Poi un lento ma inesorabile declino, con molte altre occasioni e riferimenti per il tempo libero di bambini e adolescenti, senza tacere dell’avvento della tecnologia digitale e degli smartphone che hanno allontanato un po’ i giovani da quella condivisione partecipata e diretta della vita comunitaria. «Anzitutto l’oratorio è un luogo con tanti spazi dove la vita, la creatività e il divertimento possono esprimersi al meglio – sottolinea ancora don Carmelo nel suo appello alle famiglie -. Poi è il luogo dell’incontro e dell’amicizia, dove si cresce in uno stile nuovo di vita, quello stesso che Gesù ha portato sulla Terra e che ci rende capaci di vivere gli uni accanto agli altri, in pace, in serenità e gioia. Un luogo dove sentirci fratelli e sorelle, attraverso la musica, il canto e la preghiera. Un luogo dove si passa il tempo in maniera bella e divertente. Insomma: un luogo tutto da vivere e “costruire” insieme», evidenzia ancora l’arciprete nel suo invito alle famiglie a ricreare questo spazio di comunità.

Gli adolescenti il venerdì

D’altra parte il successo dell’oratorio per i ragazzi alla Sacra Famiglia, inaugurato un paio d’anni fa, è di buon auspicio anche per i più piccoli. «Ogni venerdì sera abbiamo una media di una trentina di partecipanti – conferma il vicario don Nathan Fedier -. Il Centro della Sacra Famiglia, seppure un po’ in periferia, permette di avere molto spazio a disposizione e anche i parcheggi non sono un problema. Dopo questa fase, che possiamo definire di rodaggio, ci sono anche dei progetti per il futuro, come ad esempio allestire delle attività collegate all’arte e agli spettacoli. E se si dovesse concretizzare anche l’oratorio per i più piccoli, come ci hanno chiesto i genitori locarnesi attraverso il sondaggio, il Centro della Sacra Famiglia diventerebbe un importante polo d’incontro e di riferimento per il divertimento, l’arte e la crescita spirituale e caratteriale dei bambini», conclude don Nathan.