In Giappone è ancora pena di morte

Questa mattina il boia ha eseguito due esecuzioni per impiccagione
Red. Online
03.08.2012 14:50

TOKYO - Il boia è tornato al lavoro questa mattina in Giappone con due impiccagioni, le prime disposte dal nuovo ministro della Giustizia Makoto Taki. Salgono così a cinque i condannati alla pena capitale giustiziati sotto il governo del premier Yoshihiko Noda, presidente del Partito Democratico (DpJ).

Le ultime impiccagioni, ben tre, risalgono al 29 marzo scorso, a seguito del decreto firmato dall'allora Guardasigilli Toshio Ogawa, che chiuse una sorta di moratoria di 20 mesi.

I condannati giustiziati questa mattina a Tokyo e Osaka sono Junya Hattori, 40 anni, condannato per lo stupro e l'omicidio nel 2002 di una studentessa di 19 anni il cui corpo è stato bruciato in un cantiere, e Kyozo Matsumura, 31 anni, ritenuto colpevole dell'uccisione a gennaio 2007 di due familiari nelle prefetture di Kyoto e di Kanagawa.

Amnesty International Japan ha espresso oggi il più "profondo disappunto per quanto accaduto", come ha commentato il segretario generale Hideki Wakabayashi.

Ora si discute se la pena di morte per impiccagione potrebbe in Giappone cedere il passo ad altre soluzioni: un pool di tecnici del ministero della Giustizia sta valutando metodi alternativi, inclusa l'iniezione letale.

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