Elezioni

In Italia è giorno di silenzio elettorale, ma si parla di Berlusconi

La spiegazione alla guerra in Ucraina del leader di Forza Italia, ospite a Porta a Porta, ha acceso le polemiche, così come la frase sulla Penisola pronunciata da Ursula von der Leyen
© KEYSTONE (EPA/Matteo Corner)
Red. Online
24.09.2022 14:52

In Italia, dopo la chiusura ieri della campagna elettorale per le elezioni politiche, oggi è il giorno del silenzio elettorale in attesa dell'apertura delle urne, domani alle 7 del mattino.  Sono 51 milioni i cittadini chiamati al voto. Per 2,6 milioni sarà la prima volta. All'estero sono chiamati al voto in 4,7 milioni. Intanto resta alta la polemica per le parole di Ursula von der Leyen che due giorni fa ha dichiarato: «Vedremo il risultato del voto in Italia, ci sono state anche le elezioni in Svezia. Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria». Una frase che è stata immediatamente cavalcata dal centrodestra che ha accusato la presidente della Commissione europea di ingerenza. I toni si sono via via alzati, soprattutto da parte della Lega che ha annunciato una mozione di censura al Parlamento europeo, ha pure chiesto «o le scuse o le dimissioni» e non ha mancato di stigmatizzare il silenzio del premier Mario Draghi.

Ma c'è un altro protagonista delle ultime ore pre-voto. Si tratta (non proprio a sorpresa) di Silvio Berlusconi. Che, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, ha parlato di Vladimir Putin, sostenendo che il suo obiettivo era «sostituire il governo di Zelensky con un governo di persone perbene». Infatti, «non ho capito perché le truppe russe si sono espanse in giro per l’Ucraina, mentre secondo me dovevano soltanto fermarsi intorno a Kiev», ha aggiunto. Prima di quella precisazione, il leader di Forza Italia aveva portato avanti un ragionamento che partiva da un concetto già espresso a inizio mese: «Putin è caduto in una situazione difficile e drammatica» e non poteva fare altro che intervenire in difesa del Donbass. «Sono andati da lui in delegazione dicendo "Zelensky ha aumentato gli attacchi delle sue forze contro di noi ed i nostri confini, siamo arrivati a 16 mila morti, difendici perché se non lo fai tu non sappiamo dove potremo arrivare"». Ad oggi «la guerra dura da più di 200 giorni, la situazione è diventata molto difficile, io mi sento male quando sento parlare dei morti perché ho sempre ritenuto la guerra la follie delle follie», ha concluso Berlusconi.

Dopo che le sue dichiarazioni hanno scatenato una bufera, l’ex premier ha sostenuto di essere stato male interpretato: «Bastava vedere tutta l’intervista, e non solo una frase estrapolata, sintetica per motivi di tempo, come si sa la semplificazione a volte è errata, per capire quale sia il mio pensiero, che peraltro è noto da tempo. Riferivo quello che alcuni raccontano, senza nessuna adesione del mio pensiero a quel racconto. Forse sono stato frainteso, facevo solo il "cronista" riferendo il pensiero di altri. L’aggressione all’Ucraina è ingiustificabile e inaccettabile, la posizione di Forza Italia chiara e netta: non potremo mai in nessun modo e per nessuna ragione rompere la nostra partecipazione all’Unione europea e all’Alleanza atlantica».

«Davvero Berlusconi si fida?»

Una puntualizzazione che non è bastata al presidente ucraino Volodymir Zelensky che ha fatto diffondere al suo portavoce Seriiy Nykyforov, una replica: «Davvero Berlusconi si fida di un assassino come Putin? Gli italiani scelgano leader con principi morali. Vi ricordiamo che il presidente della Russia è al potere da più di 20 anni. Ha ucciso o imprigionato gli avversari politici. Ha mandato un esercito di assassini, stupratori nel territorio di uno stato Sovrano. E ora minaccia il mondo con le armi nucleari. Quindi, se abbiamo capito bene, Silvio Berlusconi si fida di lui e usa il suo esempio per definire chi è persona rispettabile e chi non lo è?».

Il centrodestra ha cercato di minimizzare. Giorgia Meloni ha voluto solo ribadire: «Mi pare che Berlusconi abbia spiegato che le parole che aveva espresso erano non un'interpretazione del suo pensiero ma un'interpretazione del pensiero di altri». E ha pensato bene di attaccare sull'altro fronte: «Sulla von der Leyen la responsabilità è della sinistra italiana che è andata in giro per il mondo a sputare sull'Italia pur di vincere le elezioni. E questo è inaccettabile». Matteo Salvini ha parlato di «squallida minaccia», mentre il segretario Dem Enrico Letta ha definito l'uscita di von der Leyen «una frase che va chiarita, ma il chiarimento è già cominciato». Da Bruxelles, quindi, acqua sul fuoco: «La Commissione lavorerà insieme a qualsiasi governo che vorrà lavorare con la Commissione».