Italia

Morti, dispersi, strade come fiumi e un ponte crollato in Emilia Romagna

Il maltempo flagella la Regione italiana: almeno nove vittime e migliaia di sfollati - Un lettore del CdT: «I torrenti fanno paura, ad alcuni amici un metro e 20 di acqua in casa» - VIDEO
©TOMMASO ROMANIN

(Aggiornato) Morti, dispersi, strade come fiumi e pure un ponte crollato: non c'è tregua per l'Emilia Romagna. L'incubo vissuto solamente due settimane fa è tornato. La Regione, ancora una volta, è stata travolta da nubifragi ed esondazioni. Solo a inizio maggio, diverse città e zone delle province di Bologna e Ravenna erano state colpite dal forte maltempo. Fino a 900 persone erano state evacuate e nonostante l'allerta rossa fosse stata diramata per tempo, non sono mancate le vittime. Ora, a distanza di due settimane, la Regione è tornata a rivivere l'incubo e oggi si contano almeno 9 morti. Si teme che il bilancio possa aumentare, mentre il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha riferito di alcuni dispersi e migliaia di sfollati (almeno 13 mila persone). I media italiani parlano di 37 Comuni completamente sott'acqua (particolarmente colpite le zone di Faenza, Forlì e il Ravennate), 21 i fiumi esondati e altri 22 che rischiano di esondare.

Costretti a salire sui tetti

Già da ieri centinaia di persone sono state evacuate mentre a Cesena alcuni cittadini sono saliti sui tetti delle case per sfuggire all'esondazioni. Qui, il fiume Savio ha infatti raggiunto «livelli storici mai visti prima». E non è l'unico corso d'acqua a preoccupare. Sarebbero dieci, infatti, i fiumi della Regione ad aver superato la soglia di allerta 3. Nel frattempo, le scuole, da Bologna a Rimini e non solo, sono state preventivamente chiuse. I treni sono stati nuovamente sospesi nei tratti più pericolosi, mentre l'allerta frane e straripamenti è stata estesa anche più a sud, nelle Marche e in Abruzzo. Anche a nord, in Friuli Venezia Giulia, si sono abbattute piogge torrenziali che hanno richiesto l'intervento dei vari comandi dei vigili del fuoco. A Venezia, invece, è tornata l'acqua alta. 

Una notte da paura

La notte appena trascorsa, a Faenza, è stata una «notte di paura». La città è stata tra le più colpite dall'alluvione dopo l'esondazione del Lamone e ora l'acqua ha raggiunto addirittura i piani più alti delle case. In molte zone manca la corrente elettrica e le linee telefoniche risultano intasate. Anche sulle strade, in particolare nell'est dell'Emilia-Romagna, la situazione è complicata e il transito è sconsigliato. La autostrada A14 tra Forlì e Cesena è stata chiusa al traffico.

A Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, le ore notturne sono state particolarmente complesse. «È stata la notte più difficile. Stiamo cercando di raccogliere tutte le segnalazioni e coordinare i soccorsi. Abbiamo difficoltà enormi, ma non molliamo», ha fatto sapere il sindaco del paese, invaso dall'acqua del Senio, che ha raggiunto anche le vie del centro. Uno scenario tristemente simile ha interessato anche il comune di Lugo, dove a esondare tra Ca' di Lugo e San Lorenzo è stato il fiume Santerno. 

Un abitante della provincia di Bologna ha inviato al CdT alcuni filmati del Quaderna, torrente che attraversa i comuni di Castel San Pietro Terme, Ozzano dell'Emilia, Budrio, Medicina e Molinella. Il corso d'acqua è spaventosamente in piena: «A Osteria Grande, l'acqua è entrata in casa di nostri amici per un'altezza di un metro e venti. Fa paura, oggi non andrò al lavoro per stare con mia figlia, è molto spaventata», racconta il nostro lettore, aggiungendo: «Saranno decisive le prossime ore, purtroppo questa mattina ha ripreso a diluviare sull'Emilia. In Romagna, invece, è un disastro. Faenza, Forlì, Cesenatico e Cesena: è tutto sott'acqua. Anche nelle Marche si teme il peggio, specialmente a Senigallia, dove è esondato il Misa».

 A Molinella, a causa dell'esondazione del fiume Idice è crollato il ponte della Motta che collegava Budrio a San Martino in Argine.

«In due giorni l'acqua che dovrebbe cadere in un anno»

«La situazione, per ora, è relativamente sotto controllo» confessa al CdT Ruggero Fenati, cittadino di Lugo di Romagna e appassionato di climatologia. «Tuttavia siamo circondati da zone completamente allegate, come Sant'Agata o Ca' di Lugo, dove si è rotta un'importante parte dell'argine del Santerno. C'è un grandissimo buco che sta facendo allagare tutto. L'autostrada è chiusa in alcuni tratti, e siamo sotto osservazione, perché il fiume è davvero al limite e la possibilità che possa esondare esiste. Da quello che ci hanno comunicato solo un'ora fa, i fiumi stanno ancora salendo». 

A spaventare la Regione è stata, come dicevamo, la rapidità e la frequenza con cui questi due eventi si sono verificati. «Sono capitati due eventi catastrofici nel giro di due settimane neanche, e hanno portato tra i 400-600 millimetri di acqua in due giorni. Quantitativo che dovrebbe cadere, all'incirca, in un anno», chiarisce Ruggero Fenati. «Veniamo da due anni di completa siccità. La zona della Romagna era quasi in positivo questo inverno perché per fortuna ci sono state delle piogge, anche se non sufficienti per soddisfare le aspettative. Quindi, i terreni erano completamente secchi e sono diventati impermeabili: in questi casi, l'acqua infatti non riesce a penetrare nel terreno. I fiumi che si sono seccati, potrebbero aver ceduto proprio a causa della siccità di questi anni. La portata d'acqua che arrivava dalla montagna era impressionante. Sono eventi che ci indicano che il clima nella nostra zona sta cambiando. Anche a gennaio c'è stato un ciclone subtropicale anomalo per la stagione».