In Russia no alle adozioni americane

Bufera al Parlamento sulla legge "anti-Magnitsky". Con gli Usa è "guerra fredda"
Red. Online
19.12.2012 18:51

MOSCA - È bufera in Russia sulla Legge anti-Magnitsky, proposta alla Duma come ritorsione al Magnitsky Act statunitense: di fatto, la legge russa, approvata mercoledì in seconda lettura dai deputati, vieta le adozioni di bambini russi da parte dei cittadini americani. Viene letta dai media come una risposta decisamente "asimmetrica" a quella che per Washington è una lista nera di russi violatori di diritti umani legati al caso della morte in un carcere russo nel 2009 dell'avvocato Serghei Magnitsky. Venerdì ci sarà il passaggio in terza lettura poi, se promulgata da Vladimir Putin, la anti-Magnitsky potrebbe entrare in vigore già il primo gennaio 2013. Ma l'emendamento sulle adozioni, introdotto dopo la prima lettura con una serie di "irrigidimenti" al testo originario, suscita indignazione: da mercoledì mattina un picchetto di protesta è in corso davanti alla sede della Duma contro la legge: "Deputati! Date una risposta simmetrica - recita un cartello - adottate un bambino!". Sono già 30 gli arresti. Martedì aveva espresso perplessità sul provvedimento anche il ministro degli Esteri Serghei Lavrov e quello dell'educazione Dmitri Livanov. "Anti-etico" lo ha poi definito il Consiglio presidenziale per i diritti umani. E oggi lo stesso Putin è intervenuto sul tema indirettamente, per bocca del portavoce Dmitri Peskov: "La reazione dura ed emotiva dei parlamentari russi è comprensibile. Ma la politica del potere esecutivo è più moderata". Sibillino anche il premier Dmitri Medvedev: «I bambini russi non dovrebbero essere adottati all'estero, in quanto segno della nostra indifferenza». I promotori della legge si aggrappano al caso del piccolo Dima Yakovlev (la legge è a lui dedicata), morto a 2 anni di età nel 2008 negli Usa dopo che i suoi genitori adottivi lo avevano dimenticato in automobile. Mai puniti da un tribunale. Ma le organizzazioni che si occupano di adozioni internazionali sventolano cifre eloquenti: negli ultimi 20 anni, dalla caduta dell'Urss, 60mila bambini russi sono stati adottati negli Usa, di cui 19 morti come Yakovlev; in Russia nello stesso periodo sono periti 1220 bambini adottati da russi.

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