In Ticino è record di prestazioni complementari

BERNA - Sempre più persone non possono vivere solo della loro rendita di vecchiaia (AVS) o di quella dell'assicurazione invalidità (AI). Nel dicembre del 2015, il 12,5% (+0,1 punti percentuali rispetto all'anno precedente) dei pensionati AVS e il 45,2% (+1,1 punti percentuali) di quelli AI facevano capo alle prestazioni complementari. A livello cantonale, il Ticino detiene un primato nazionale: il 19% di chi percepisce una rendita AVS beneficia anche di prestazioni complementari. Sul lato opposto si trova Nidvaldo, al 7,1%. Sempre in Ticino la percentuale è del 48,9% per le persone invalide. Globalmente, nel nostro cantone il 23% di chi riceve una rendita deve far capo ad ulteriori sussidi, contro il 16,5% a livello nazionale. Ancora più alta la percentuale a Basilea Città, dove a beneficiare delle prestazioni complementari è il 25% di chi percepisce una rendita dal Cantone.
Dato positivo: spesa in aumento ma meno degli altri anni
Stando alle cifre pubblicate dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), le spese per le prestazioni complementari sono così passate a quasi 4,8 miliardi di franchi. Ciò corrisponde ad un aumento della spesa del 2,2% in un anno: una crescita nettamente inferiore alla media registrata dal 2008. I beneficiari delle complementari erano complessivamente 315'000, pari ad un aumento dell'1,8% rispetto all'anno precedente. È la crescita più bassa dal 2007.
Il profilo dei beneficiari
La gran maggioranza delle persone tributarie di una prestazione complementare vive da sola (77%) e un quinto in un ricovero.
Tra i beneficiari dell'AI, godevano di prestazioni complementari il 70% delle persone in età inferiore a 26 anni. Questi ultimi non hanno mai lavorato o solo per poco tempo e la loro rendita AI è molto bassa. Invece, per i pensionati AVS, gli aiuti complementari aumentano in proporzione con l'età, dato il maggior bisogno di sostegni.