Sanità

Influenza, casi raddoppiati: «Il picco è atteso per le Feste»

La curva dei contagi in Ticino continua a salire - Mattia Lepori (EOC): «La crescita oramai è esponenziale» - Il virus colpisce tutte le fasce della popolazione, anche i bambini, ma è presto per dire se è anche più aggressivo
©Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
20.12.2022 06:00

«Dalla scorsa settimana i casi di influenza in Ticino sono raddoppiati». La crescita oramai è esponenziale, osserva Mattia Lepori, vicecapo dell’area medica dell’Ente ospedaliero cantonale. «Questo fa pensare che il picco influenzale dovrebbe arrivare tra Natale e Capodanno, al più tardi nella prima settimana di gennaio», ammesso che l’influenza continui a comportarsi come si è sempre comportata, chiosa Lepori: «L’influenza finora ha ci ha sempre abituati a ondate di 8-12 settimane. Il fatto che non c’è stata per due anni, e che poi sia ricomparsa solleva qualche interrogativo. Vedremo».

Colpirà di più?

Quest’anno l’influenza sarà più aggressiva? Ancora presto per dirlo, spiega Lepori: «Dal primo caso di influenza riscontrato in Ticino abbiamo avuto finora una quarantina di ricoveri in tutto». Un numero ancora decisamente inferiore rispetto alle medie degli anni passati: «Nelle annate peggiori, l’influenza ha causato fino a 400 ricoveri». Siamo però solo nella quinta settimana. «Per capire se ci troviamo di fronte ad una forma particolarmente aggressiva dobbiamo quindi attendere il conteggio finale sulle 12 -14 settimane». Quello che sappiamo, invece, è che è particolarmente contagiosa, aggiunge Lepori.

«Anche i bambini»

Per ora, stando ai dati diffusi dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), l’influenza stagionale ha colpito soprattutto Ticino, Grigioni, Argovia, Basilea Città e Soletta. Rispetto alla scorsa settimana i test eseguiti in ospedale e negli studi medici mostrano un importante aumento del tasso di positività nella Svizzera nord-occidentale. Nel rapporto sulla 49. settimana di calendario (dal 3 al 9 dicembre) emerge che «la categoria di età più colpita è stata quella dai 5 ai 14 anni, seguita da quella fino ai 4 anni». Il minor numero di consultazioni per sospetta influenza, invece, si è registrato tra gli anziani di età pari o superiore a 65 anni. «L’influenza colpisce tutte le fasce della popolazione. In ospedale, però, finiscono quelle più fragili e anziane», osserva Lepori. «Quest’anno vediamo che colpisce anche i bambini ed è un aspetto un po’ anomalo».

Dal profilo dei sintomi, invece, l’influenza non presenta differenze, né rispetto alle ondate precedenti, né rispetto al COVID, il cui numero degli ospedalizzati resta comunque sempre alto. «Dolori muscolari, febbre, e infiammazione delle vie aeree superiori». Nella stragrande maggioranza dei casi, quando il decorso è semplice, differenziare clinicamente i sintomi influenzali da quelli COVID è praticamente impossibile, spiega Lepori. Serve insomma testarsi. «Attualmente i ricoverati COVID all’EOC sono 113. I numeri sono costanti da diverse settimane». Il 70% ha più di 70 anni. «I pazienti in cure intense, oggi, sono cinque».

Virus sinciziale

Sul fronte bronchiolite, il cosiddetto virus sinciziale (RSV), la situazione nelle pediatrie resta ancora molto tesa. «Ci sono ancora tanti bambini, tanti molto piccoli, che sono contagiati dal virus. I reparti pediatrici, in Ticino come nel resto della Svizzera, sono ancora sotto pressione. Il virus non accenna a diminuire», commenta Lepori. «La settimana scorsa i dati non mostravano un ulteriore aumento, ma neppure una diminuzione».

I tre fronti aperti

Guardando alle prossime settimane, in vista del picco che coinciderà con la chiusura di buona parte degli studi medici durante le feste natalizie, Lepori non nasconde una certa apprensione: «Da sempre questo è un periodo difficile. Quest’anno però dovremo fronteggiare contemporaneamente tre virus: influenza, COVID e virus sinciziale». Il problema, spiega ancora Lepori, è logistico: «Tutti questi pazienti vanno isolati separatamente. La concomitanza di questi virus pone quindi un problema di spazio e un maggior lavoro per il personale». Di qui, la conclusione: «Mi aspetto per le prossime settime un tasso di occupazione degli ospedali elevatissimo, con i servizi di pronto soccorso estremamente sollecitati», conclude Lepori.