Iniziativa sui vaccini: «Il nostro corpo è l'ultimo baluardo della nostra libertà»

«Il nostro corpo è l'ultimo baluardo della nostra libertà». È l'opinione del consigliere nazionale Paolo Pamini (UDC/TI) espressa stamane davanti ai media a sostegno dell'iniziativa «Per la libertà e l'integrità fisica» in votazione il 9 giugno.
Lanciata nel corso della pandemia di coronavirus, e in reazione alle restrizioni alla libertà personale decise dal Consiglio federale, l'iniziativa promossa dal Movimento svizzero per la libertà vuole fare in modo che gli interventi nell'integrità fisica o psichica di una persona avvengano solo col consenso di quest'ultima e che, in caso di rifiuto, la persona interessata non possa essere punita né subire pregiudizi sociali o professionali.
L'iniziativa intende completare l'articolo 10 della Costituzione federale. La carta fondamentale garantisce il diritto alla vita, alla libertà personale, in particolare all'integrità fisica e psichica e alla libertà di movimento, e vieta la pena di morte, ha rammentato Pamini. La nostra iniziativa, «fondamentale nella sua portata» secondo il deputato ticinese, si appella proprio a questi diritti garantiti dalla Costituzione.
Sulla scorta di quanto accaduto durante la pandemia, non vogliamo che chi rifiuta un intervento sul proprio corpo venga discriminato o punito. Il consigliere democentrista ha fatto l'esempio dei collaboratori di Swiss licenziati per non essersi fatti vaccinare e degli impiegati di certi ospedali.
«A una donna incinta nel canton Svitto è stato impedito l'accesso al pronto soccorso non potendo esibire un certificato che provasse un test anticovid», ha affermato Pamini, secondo cui un simile provvedimenti non è tollerabile in uno stato democratico.
Pamini e Richard Koller, autore dell'iniziativa, hanno sottolineato l'importanza della loro proposta in ragione anche con quanto potrebbe accadere in futuro, ossia l'eventualità che la popolazione venga obbligata, in caso di emergenza, a farsi inserire un chip sotto pelle. Non si tratta di nostre fantasie, hanno dichiarato all'unisono: un documento del 2018 del Parlamento europeo evoca proprio questa possibilità. Il fatto che si parli anche solo della «possibilità» di simili interventi sul nostro corpo, rende tutta questa faccenda assai seria, ha spiegato Pamini. Parlare di iniziativa degli ambienti «no-vax» è insomma riduttivo, a parere del ticinese.
Riferendosi alle tesi dei comitati contrari alla loro iniziativa, Pamini ha replicato che non è assolutamente vero che con la nostra proposta creiamo insicurezza giuridica, intralciando per esempio il lavoro della polizia (prelievi di sangue o arresti, n.d.r.), o di altre autorità. «Non è il nostro intento», ha assicurato il democentrista, secondo cui spetterà al parlamento e al Consiglio federale, qualora la loro iniziativa venisse accolta alle urne, emanare leggi che indichino fino a dove si spinge la difesa dell'integrità fisica. «Siamo noi che chiediamo che venga fatta certezza giuridica», ha puntualizzato Pamini.