Locarno

Inquinamento luminoso, la Città detta le regole

Pubblicata l’ordinanza municipale che disciplina l’utilizzo delle fonti di luce artificiale - Oltre ad evitare effetti nocivi per le persone e per l’ambiente, il rispetto delle norme consente anche di ridurre i consumi
Con qualche sforzo in più è possibile ridurre l’intensità delle emissioni luminose. © CdT/Archivio
Spartaco De Bernardi
08.03.2023 06:00

È un’ordinanza che, concedeteci la battuta, non viaggia di certo alla velocità della luce quella adottata dal Municipio di Locarno lo scorso 28 febbraio e che resterà pubblicata all’albo comunale fino al 18 aprile. La mozione che ne è all’origine venne infatti approvata dal Consiglio comunale nel lontano 2009. Chiedeva di prevenire le emissioni luminose inutili ed eccessive, senza con questo dover rinunciare alle comodità e alla sicurezza. Nel frattempo molto è stato fatto in questa direzione, ma mancava ancora una serie di norme che, a livello comunale, disciplinasse in maniera esaustiva la materia. Ecco che allora Palazzo Marcacci ha messo nero su bianco l’Ordinanza municipale concernente la prevenzione dell’inquinamento luminoso. «Stavamo già lavorando alla stesura di questo documento quando ci siamo dovuti confrontare con la questione legata al risparmio energetico divenuta pressante in questi ultimi mesi», precisa il municipale Pierluigi Zanchi, capodicastero Ambiente, territorio e sport. Va da sé, infatti, che limitando l’inquinamento luminoso non solo si attenuano le conseguenze negative per le persone, gli animali e l’ambiente, ma si garantisce anche una riduzione dei consumi energetici. Insomma, «la gestione dell’illuminazione artificiale deve rientrare in una politica ed in una strategia di sviluppo sostenibile», recita il testo dell’ordinanza . Un concetto che viene ulteriormente sviluppato: «L’illuminazione degli spazi pubblici e privati deve essere realizzata secondo criteri di efficacia sulla base dello stato più aggiornato della tecnica e delle normative vigenti, impiegando apparecchiature e lampade ad alta efficienza e predisponendo, ove possibile, la loro accensione solamente quando effettivamente necessario, rispettivamente prevedendo diversi livelli d’illuminazione in funzione dell’orario».

Misurazioni a tappeto

La codifica in specifiche norme di questi principi è stata preceduta, con la collaborazione dell’Ufficio energia della Città e di una ditta specializzata, da un minuzioso lavoro di mappatura luminosa del territorio comunale. «Si sono individuati quei punti critici dove occorre intervenire per motivi di sicurezza, penso ad esempio all’incrocio delle Cinque Vie non sufficientemente illuminato», spiega ancora Zanchi. I risultati di questo lavoro hanno poi permesso di meglio precisare le norme che consentono, appunto, di contenere l’inquinamento luminoso. «Ritengo sia un documento molto utile non solo per l’ente pubblico, ma anche per i privati che ne possono trarre indicazioni importanti per migliorare l’illuminazione delle loro proprietà», rileva ancora il capodicastero Ambiente, territorio e sport riferendosi in particolare ai proprietari di commerci o di esercizi pubblici. A questo proposito l’ordinanza recita che l’illuminazione proveniente dalle vetrine dei negozi e da altri edifici verso il suolo pubblico dev’essere limitata. È inoltre da prevedere una sua riduzione dal 20% fino al 50% tra le 22 e le 6. «In certi punti della città - osserva ancora Zanchi - a causa dell’intensità della luce artificiale alcune bellezze architettoniche sono nascoste alla vista». Da qui l’idea, quando l’ordinanza sarà cresciuta in giudicato, di organizzare con la collaborazione delle associazioni di quartiere, una passeggiata notturna in determinate zone della città per rendersi conto della situazione e poi adottare gli accorgimenti atti a migliorare l’illuminazione. Ad ogni modo l’ordinanza concede al Municipio la possibilità di effettuare controlli e intervenire affinché gli impianti esistenti rispettino le norme contenute nell’ordinanza stessa. E anche di sanzionare le infrazioni con una multa fino ad un massimo di 10.000 franchi.