Svizzera

Insufficienti i fondi per il settore della formazione, della ricerca e dell'innovazione

Ciò potrebbe portare a una riduzione dei servizi e alla sospensione di progetti, avvertono Swissuniversities, Consiglio dei PF, Fondo nazionale svizzero e Accademie svizzere delle scienze
© CdT / Chiara Zocchetti
Ats
22.04.2024 14:19

Il settore della formazione, della ricerca e dell'innovazione è preoccupato: i fondi previsti dal Consiglio federale per il periodo 2025-2028 sono ritenuti insufficienti. Ciò potrebbe portare a una riduzione dei servizi e alla sospensione di progetti, avvertono Swissuniversities, Consiglio dei PF, Fondo nazionale svizzero e Accademie svizzere delle scienze.

In una nota viene ricordato come nel messaggio per la promozione dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione (messaggio ERI) per il periodo citato, il Consiglio federale preveda un limite di spesa massimo di 29,2 miliardi di franchi. A causa dei noti problemi di bilancio, questo importo è di 500 milioni inferiore di quello «già scarso» posto in consultazione.

Conseguenza: invece di una crescita media annua del 2% nominale, il settore deve accontentarsi di un +1,6%. Il problema, sottolinea la nota, è che tale incremento è inferiore all'inflazione. Nel periodo di finanziamento si verifica quindi una crescita prossima allo zero o addirittura una diminuzione dei fondi negli istituti superiori.

«È la prima volta dagli anni '90 che le scuole universitarie e le organizzazioni che promuovono la ricerca e l'innovazione disporranno complessivamente di una quantità inferiore di fondi federali rispetto all'anno precedente», sottolineano le quattro associazioni nel comunicato. E ciò malgrado il fatto che «gli obiettivi e i compiti che il Consiglio federale definisce con il messaggio ai protagonisti dell'ERI rimangono invariati».

A causa dei risparmi, il settore «rischia di ridurre i servizi e di sospendere progetti di grande importanza per l'economia e la società della Svizzera». C'è inoltre incertezza per il futuro, dato che ulteriori risparmi non sono da escludere.

In questa situazione, ad essere sotto pressione sono in particolare le scuole universitarie. I risparmi non tengono infatti conto del continuo aumento del numero di studenti. Secondo le quattro associazioni, la situazione attuale caratterizzata da un carenza di personale qualificato «richiederebbe piuttosto una promozione mirata di nuove leve».

Allo stesso tempo, la mancanza di sicurezza nella pianificazione «minaccia la capacità di agire e l'autonomia degli istituti superiori». Ciò «mette a repentaglio la qualità dell'insegnamento e della ricerca nelle scuole universitarie».

Il settore dei politecnici dovrà ad esempio sospendere o ridimensionare progetti e iniziative, come nel campo dell'intelligenza artificiale (IA). Inoltre, i progetti nei settori dell'agricoltura sostenibile, della salute, dei materiali avanzati e della digitalizzazione «devono essere eliminati».

Insomma, per Swissuniversities, Consiglio dei PF, Fondo nazionale svizzero e Accademie svizzere delle scienze il Consiglio federale con questa politica «rischia di perdere i fattori di successo per il futuro della Svizzera». Il Parlamento quando dovrà discutere del ERI 2025-2028 «avrà l'opportunità di adeguare gli investimenti previsti», sperano le quattro associazioni.