Israele, l'Alta Corte contro i rabbini sul servizio militare

Red. Online
12.09.2017 21:32

TEL AVIV - La Corte Suprema di Gerusalemme, portabandiera dei valori laici israeliani, e il rabbinato ortodosso sono tornati oggi in rotta di collisione sulla intricata questione dell'arruolamento degli studenti dei collegi rabbinici che da decenni non trova una soluzione accettabile per entrambe le parti.

Da un lato vi è l'esigenza espressa dalle forze laiche che tutti i giovani israeliani prestino un servizio militare, o un servizio civile sostitutivo, a beneficio della Nazione. Ma nell'ortodossia rabbinica prevale invece l'obbligo prioritario di una vita dedicata allo studio costante della Torah. ''Non i carri armati ma la Torah garantisce la sicurezza del Paese'', dicono i predicatori ortodossi. Dunque chi studia nei collegi rabbinici va esonerato.

Adesso, due anni dopo l'entrata in vigore di una legge che rinvia l'arruolamento dei seminaristi e di fatto li esonera in massa (ogni anno solo duemila accettano di indossare la divisa), la Corte Suprema ha stabilito che quella legge non è in sintonia col concetto base di eguaglianza e va dunque sostituita entro un anno con un'altra legge. I due partiti ortodossi che fanno parte della coalizione di Benyamin Netanyahu sono subito scesi sul sentiero di guerra accusando i giudici della Corte Suprema di avere un "astio innato" verso il mondo rabbinico. Ma per il momento, a quanto pare, non lasceranno un governo che in questi due anni ha finanziato le loro istituzioni ben più che in passato.

La tattica che si profila è semmai quella di colpire la Corte Suprema alla base: ossia di far approvare una legge che impedisca ai giudici di annullare le leggi passate alla Knesset, almeno quelle approvate a larga maggioranza. E su questo terreno gli ortodossi hanno già un alleato prezioso: il partito nazional-religioso Focolare ebraico (estrema destra), un altro importante pilastro dell'attuale coalizione governativa.

Da parte sua l'esercito si limita ad assistere. L'arruolamento in massa di legioni di seminaristi ortodossi cresciuti in totale isolamento dalla società israeliana viene visto infatti più come un incubo logistico che non come un rafforzamento delle unità combattenti.

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