Italia: morti nel torrente, prosegue la ricerca dei dispersi

CIVITA (COSENZA) - Il bilancio della tragedia di oggi alle Gole del Raganello, in Calabria, è di 10 morti, 23 persone salvate e altre persone ancora disperse. Lo ha reso noto la Prefettura di Cosenza. La ricerca dei dispersi andrà avanti tutta la notte con l'ausilio di due torri faro. I corpi di tutte e otto le vittime della piena del torrente Raganello sono stati recuperati. Lo ha riferito il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Cosenza Massimo Cundari. I corpi, che erano già stati individuati, si trovavano a valle del Ponte del Diavolo, al termine di un chilometro di torrente che è il più praticato dai turisti.
"Sono circa 70 - ha detto il capo della Protezione civile della Regione Calabria Carlo Tansi, che si trova sul Pollino - le unità impegnate a setacciare a tappeto l'area interessata da questa immane tragedia. Quello che si sa è che le gole sono state saturate dall'acqua piovana caduta copiosamente che hanno scaraventato le persone anche a tre chilometri di distanza".
I soccorritori al lavoro temono che tra i dispersi vi siano diversi bambini. Tuttavia, quello dei dispersi è un dato assolutamente incerto. Alle gole del Raganello, infatti, si accede liberamente e non tutti si rivolgono alle guide che accompagnano i gruppi di escursionisti. Tra l'altro, all'appello manca anche una guida che potrebbe significare che i gruppi interessati dalla piena siano stati due.
Nel frattempo la Federazione italiana rafting, in un comunicato, precisa, in relazione a quanto pubblicato da alcuni organi d'informazione, che "l'attività in cui erano impegnate le persone coinvolte dell'incidente sul torrente Raganello non era il rafting, ma si trattava di discesa a piedi del torrente".
Nella nota si precisa inoltre che "nessuna organizzazione facente parte della Federazione Italiana Rafting che opera nella zona è coinvolta nel tragico incidente. Dette organizzazioni infatti non praticano alcuna attività di rafting sul Torrente Raganello, sul quale per la sua conformazione naturale, incassato com'è nelle gole, non è possibile praticare la discesa fluviale in gommone".
"Tanto si deve - conclude il comunicato - per evitare malintesi e confusioni tra attività come il rafting e altre come la discesa a piedi di torrenti, gole e forre denominata torrentismo".