URC2022

«Kiev potrà ridurre la dipendenza da gas e petrolio»

Simonetta Sommaruga e il ministro per l’ecologia Ruslan Strilets hanno firmato un’intesa che attua gli accordi di Parigi sul clima – L’obiettivo è una ripartenza sostenibile
© KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE
Nico Nonella
04.07.2022 19:39

Una ricostruzione sostenibile e intelligente, con l’Ucraina che potrebbe addirittura rendersi indipendente dalle forniture di gas e petrolio. A Lugano, in questi due giorni, si guarda al futuro del Paese e alle vie da percorrere, tutti insieme, per rimettere insieme una nazione devastato dalle bombe russe. E una delle visioni più ottimistiche è quella della consigliera federale Simonetta Sommaruga, la quale parteciperà alla discussione sulla ricostruzione delle infrastrutture. Da noi sollecitata a margine della conferenza stampa tenutasi insieme al ministro degli Esteri Ignazio Cassis al Palazzo dei Congressi, la titolare del Dipartimento federale dell’ambiente, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) ha affermato che sì, l’Ucraina può diminuire la sua dipendenza dai carburanti fossili e, allo stesso tempo, ricostruirsi grazie a tecnologie più «green».

Scambi di idee

Un ruolo importante in questo campo lo può giocare proprio la Svizzera. «Gli edifici potrebbero essere ricostruiti in modo più efficiente dal punto di vista energetico. Le aziende elvetiche potrebbero fornire molto «know-how» per questo nuovo metodo di costruzione». Ma non solo: sempre seguendo l’esempio elvetico, l’Ucraina potrebbe anche puntare sulla mobilità su rotaia. Insomma, i primi progetti e le prime idee sono già sul tavolo. Non resta che concretizzarli. Ancora Sommaruga: «Le strade, i trasporti, le linee elettriche e le telecomunicazioni sono la base per la ripartenza dell’Ucraina. Senza le infrastrutture non c’è vita e non c’è sviluppo economico, e proprio come ministri delle infrastrutture vogliamo lavorare insieme e scambiarci idee e competenze. Sono contenta che lo si possa fare qui a Lugano».

Emissioni da ridurre

Non è dunque un caso che tra i primi atti ufficiali a margine della Conferenza ci sia la firma di un’intesa che attua l’accordo di Parigi sul clima. Come confermato dal Dipartimento federale dell’ambiente, dell’energia e delle comunicazioni in un tweet, questa convenzione siglata dalla stessa Simonetta Sommaruga e dal ministro ucraino per l’ecologia e le risorse naturali, Ruslan Strilets, «permette di mobilitare fondi in aggiunta alla cooperazione internazionale e consente una protezione del clima che va oltre i programmi esistenti».

«Possiamo portare avanti progetti energetici concreti, finanziati sia da privati sia dalla Confederazione, per ridurre le emissioni di CO₂. E questo aspetto è anche nell’interesse della Svizzera», ha spiegato la consigliera federale durante l’incontro con i giornalisti a Palazzo dei Congressi. Insomma, l’Ucraina, anche con l’aiuto svizzero, «può fare di più per lo sviluppo sostenibile».

«Un momento speciale»

Tornando alla tema principale, ossia la ricostruzione del Paese est-europeo, quello di oggi – ha affermato il ministro degli esteri Ignazio Cassis – «è un primo passo» e l’obiettivo è gettare le basi per un processo politico efficace e trasparente».

Certo, ha affermato Sommaruga, «è difficile parlare di ricostruzione mentre le bombe cadono sui civili». «La distruzione alla quale stiamo assistendo è incredibile e anche la Svizzera vuole fare la sua parte per aiutare il Paese a risollevarsi», ha aggiunto. «Dobbiamo riflettere su cosa possiamo fare tutti assieme. La fase della ricostruzione sarà lunga e ogni giorno conta. Per questo è importante stabilire subito i punti di partenza. La guerra – ha proseguito la consigliera federale – rafforza la povertà in uno Stato tra i più poveri d’Europa». E dunque la Conferenza di Lugano – ha dichiarato ai giornalisti presenti in sala stampa – è un momento molto speciale».

Neutralità sì, neutralità no?

Un ‘altra questione che ha fatto parecchio discutere è quella della neutralità. Ospitare in Svizzera una Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina non significa schierarsi e mettere in dubbio la neutralità elvetica?, è stata la domanda posta da un giornalista. «Neutralità non vuol dire non prendere posizione ed essere assenti», ha replicato la ministra dell’energia. «Con questa conferenza vogliamo dimostrare, insieme a tanti altri Paesi e organizzazioni internazionali, che siamo determinati a sostenere l’Ucraina nei prossimi mesi e anni».

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