La "balena bianca" saluta Andreotti

Quelli del senatore i funerali privati con la più alta partecipazione politica
AtseAnsa
07.05.2013 21:23

ROMA - È probabile che quelli del senatore a vita Giulio Andreotti, sette volte presidente del Consiglio e ventidue volte ministro - detentore dei segreti e delle leve del potere della Prima e di parte della Seconda Repubblica - siano ricordati come i funerali privati che hanno visto la più alta partecipazione di politici e autorità, presenti e passate.La «balena bianca» (la dirigenza dell'ex DC) al gran completo - o almeno tutto quel che ne resta - è arrivata, alla spicciolata, a rendere l'estremo omaggio allo statista democristiano, allievo prediletto di Alcide De Gasperi. La «galassia» dei vecchi, e meno vecchi «amici» di partito si è raccolta nella basilica di San Giovanni dei Fiorentini, a pochi passi dall'abitazione della famiglia Andreotti dove si è assiepata, già dal primo pomeriggio, una consistente folla di romani - «andreottiana» nell'anima - in attesa delle esequie cominciate alle cinque del pomeriggio.Ecco Arnaldo Forlani, Paolo Cirino Pomicino, Ciriaco De Mita accompagnato da Marco Follini. Tra i banchi dove siedono i primi arrivati, protetti da un discreto cordone di sicurezza che fa arrivare sui banchi più vicini al feretro solo la cerchia, numerosa, degli «intimi», trovano posto Pierferdiando Casini e Lorenzo Cesa, l'ex premier Mario Monti e Gianni Letta che già in mattinata aveva incontrato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita alla camera ardente allestita nello storico appartamento del senatore che affaccia su Via Paola.Quasi per ultimo - dopo di lui entra solo il sindaco Gianni Alemanno - fa il suo ingresso, quando il feretro è già davanti all'altare, il presidente del Senato Pietro Grasso che è sempre stato molto cauto nel processo per mafia dal quale Andreotti è uscito in parte assolto e in parte prescritto. Mescolati ai tanti romani trovano spazio anche il ministro Maurizio Lupi, nuovo referente di Comunione e Liberazione dopo il tramonto di Roberto Formigoni, anche lui nella basilica.In chiesa, mentre il parroco di una vita, don Luigi Veturi, ricorda le messe mattutine e quotidiane del senatore accompagnato dalla moglie Livia, ci sono i giovani atleti in tuta della «magica» Roma, la squadra del cuore del «divo» Giulio, appassionato tifoso all'Olimpico.«Grande Giulio», è il grido che si leva dalla folla all'uscita del feretro dalla chiesa. Un applauso la segue, così come era stato all'entrata. I corazzieri del Quirinale portano la grande corona del capo dello Stato che, con le rose della moglie Livia, accompagneranno la sepoltura nel cimitero monumentale del Verano.