«La banca è stata trasformata: ora siamo in fase di crescita»

«Negli ultimi anni abbiamo trasformato la banca e ora siamo nel pieno del nostro percorso di crescita». A parlare è Franco Polloni, responsabile dell’area di mercato Svizzera e Italia di EFG che oggi ha presentato i risultati aziendali.
«Siamo soddisfatti di come si è sviluppato il business in generale in Svizzera. Al mio arrivo nel 2017 era la regione meno performante del Gruppo EFG. Ora è la più efficiente e profittevole. Il Ticino, insieme a Zurigo e Ginevra, ha dato un contributo importante», aggiunge Polloni che non sottace le difficoltà di accesso al mercato italiano, il secondo per importanza per EFG. «Purtroppo in Italia non abbiamo il libero accesso, è vero. Come è noto, abbiamo chiuso le attività domestiche sul mercato italiano e ceduto il ramo d’azienda fiduciario a Unione Fiduciaria S.p.A, ma per noi rimane un mercato strategico e intendiamo continuare a servire la clientela italiana dall’estero nel pieno rispetto delle regolamentazioni». «Il private banking svizzero», continua Polloni, «mantiene molte ragioni di attrattiva nei confronti della clientela italiana che ha deciso di rimanere in Svizzera: tra queste, la stabilità del Paese e le competenze dei consulenti. Questo non vuol dire che non ci interessa operare direttamente in Italia che però è un mercato molto competitivo e con barriere d’entrata importanti», commenta il manager di EFG. «Se ci saranno delle opportunità di acquisire strutture attive, le coglieremo. Per il momento restiamo alla finestra».
Ma quali mercati si possono sviluppare da Lugano? «Da Lugano, oltre a servire il mercato interno, offriamo anche servizi a una clientela residente in Svizzera che ha interessi internazionali: dai mutui a Londra e in Costa Azzurra a operazioni in Asia o in America Latina, per citarne qualcuno. Ecco, noi riusciamo a dare questo servizio anche dal Ticino. Inoltre EFG in Ticino è tra i leader di mercato nel segmento dei gestori patrimoniali indipendenti (IAM) e qui abbiamo il centro di competenze per il gruppo».
Storicamente EFG si è sempre occupata di clientela internazionale non per forza europea. Sarà così anche in futuro? «Certo, sarà così. L’internazionalità è nell’impronta del Gruppo. Nei mesi scorsi abbiamo aperto un ufficio di rappresentanza a Tel Aviv, in Israele. Riteniamo questo mercato importante e potenzialmente in crescita e pensiamo di svilupparlo anche dal Ticino come già oggi avviene da Zurigo e Ginevra per i mercati al di fuori dell’Europa».
L’emergenza pandemica si spera finita. Ci ha però lasciato l’eredità del telelavoro che ha fatto capire che si può lavorare in un altro modo. Come sono cambiati di modi di lavorare in EFG? «La pandemia è stato un evento di trasformazione eccezionale che ha obbligato il mondo delle imprese - banche comprese - ad accelerare il processo di digitalizzazione», spiega Polloni che ricorda come sia proprio stata la sede ticinese di EFG a fare da apripista per tutto il Gruppo. «In poco tempo siamo riusciti a mettere in homeworking tutti i colleghi. Abbiamo migliorato in questi anni molte competenze che sono rimaste. Penso a tutti i processi decisionali, all’onboarding dei clienti. Abbiamo anche aumentato la flessibilità a favore anche dei collaboratori, permettendogli di conciliare meglio famiglia e lavoro».
Per quanto riguarda la consulenza, il telelavoro pur essendo un valido supporto non è più una priorità tanto che si è tornati in presenza. «La flessibilità, però, è rimasta. Come azienda abbiamo formalizzato i processi e i comportamenti per lavorare da casa. E chi vuole, ora può farlo», aggiunge Polloni che ricorda - a proposito dei consulenti al fronte - come la crescita sia prevalentemente endogena. «Il turnover dei consulenti è basso e puntiamo a valorizzare i collaboratori esistenti. In Ticino, peraltro, è difficile trovare nuovi consulenti. Dal punto di vista occupazionale Lugano è la sede con il maggior numero di collaboratori e in cui sono basate numerose funzioni fondamentali per il nostro gruppo. La direzione del Private Banking Svizzera, per esempio, è in Ticino», precisa il manager.
Palazzo S. Anna è ancora libero
Al sud delle Alpi il Gruppo EFG è però alle prese con la cessione di alcuni immobili. «È una questione di riorganizzazione logistica che non ha nulla a che vedere con tagli al personale», risponde Polloni. «Recentemente è stato riportato che avremmo già ceduto il palazzo S. Anna a Lugano. Questo non è vero. Quel complesso è composto da sei blocchi di cui cinque sono proprietà di EFG. Il sesto, ceduto a un immobiliarista luganese, non era nemmeno di nostra proprietà».
C’è ancora aperta la questione del palazzo Botta in viale Stefano Franscini, sempre a Lugano. «Per noi rimane ancora valida la lettera d’intenti firmata con il Cantone nell’autunno del 2019. Da allora non è cambiato nulla e il prosieguo della vicenda non dipende da noi, ma dai tempi della politica».