La BCE lascia i tassi fermi al 4,50%

La Banca centrale europea (Bce) ha deciso di lasciare i tassi d'interesse invariati. È la prima pausa dopo la serie di dieci aumenti consecutivi ed era attesa dagli analisti.
Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%, ha comunicato oggi l'istituto al termine della riunione che si è tenuta eccezionalmente ad Atene, invece che a Francoforte.
Tassi fermi perché l'inflazione è in netto calo
La Banca centrale europea (Bce) ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse perché «le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine».
Lo scrive lo stesso istituto, che si attende comunque che l'inflazione resti troppo elevata troppo a lungo, ma «al tempo stesso, ha registrato un netto calo a settembre» e anche quella di fondo «ha continuato a diminuire». I passati aumenti dei tassi di interesse funzionano, «frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell'inflazione».
Per la Bce i tassi «si collocano a livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale» al ritorno dell'inflazione al 2%. «Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario», scrive la Banca centrale nel comunicato che riferisce della riunione di Atene che ha lasciato i tassi invariati.
«Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria», prosegue l'istituto centrale.
La Bce continuerà «a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del Pepp (pandemic emergency purchase programme), per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia». In ogni caso, la futura riduzione graduale del portafoglio del Pepp gestita in modo da evitare interferenze con l'adeguato orientamento della politica monetaria.
Prima pausa sul rialzo dei tassi dopo 15 mesi
La pausa decisa dal consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) nella riunione odierna è la prima dopo 15 mesi, in cui ha disposto 10 rialzi consecutivi.
La serie di rialzi era partita il 27 luglio 2022 sotto la spinta della crescita dell'inflazione ponendo fine all'era dei tassi a zero che durava dal 2011.
Lagarde: «Totalmente prematuro parlare di taglio dei tassi»
Un taglio dei tassi «non è stato discusso, è prematuro assolutamente anche solo discuterne, ora dobbiamo stare fermi, siamo in pausa»: lo ha detto la presidente della Banca centrale europea (Bce) Christine Lagarde al termine della riunione del consiglio direttivo svoltosi oggi eccezionalmente ad Atene.
Il consiglio non ha discusso né i requisiti di riserva minima (Mrr) né il futuro del programma pandemico di acquisti di titoli, il Pepp, che terminerà a fine 2024, ha aggiunto l'ex ministra francese.
«L'economia della zona euro resta debole, le informazioni recenti dicono che la manifattura continua a calare, la domanda sommessa e la stretta al credito pesano sulla spesa dei consumatori, i servizi sono indeboliti ulteriormente per il contagio della debole attività dell'industria: l'economia resterà debole per il resto dell'anno», ha proseguito la 67.enne.
«I prezzi dell'energia sono divenuti meno prevedibili» a causa degli sviluppi «geopolitici», ha ancora detto Lagarde, secondo cui dopo il calo visto a settembre i prezzi sono tornati a salire.