La BNS taglia il tasso guida di 0,25 punti all'1,00%

La Banca nazionale svizzera (BNS) allenta ulteriormente la sua politica monetaria: l'istituto d'emissione ha deciso di abbassare di 0,25 punti il suo tasso guida, portandolo all'1,00%.
La mossa comunicata pochi istanti fa nell'ambito del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria è perfettamente in linea con le attese degli analisti, che in modo pressoché unanime (18 su 20 esperti considerati dall'agenzia Awp) si aspettavano una riduzione di tale portata. Non veniva comunque totalmente escluso nemmeno un taglio ancora più massiccio, di 0,50 punti, soprattutto dopo che la settimana scorsa la Federal Reserve era intervenuta allo stesso modo.
Per la BNS si tratta di contrastare le pressioni al rialzo sulla moneta elvetica: se il franco forte è stato un aiuto durante il periodo di inflazione dilagante, in quanto alleviava i prezzi dei beni provenienti dall'estero, in tempi di calo del rincaro la sua funzione passa in secondo piano e sotto i riflettori finiscono le difficoltà dell'industria di esportazione, confrontata ad esempio con un corso dell'euro che, al momento, è di circa 0,95 franchi, non lontano quindi dai minimi assoluti. Tanto più che la congiuntura elvetica fatica a riprendersi, zavorrata dallo scarso dinamismo dell'economia globale e in particolare dell'Eurozona, Germania in primis.
Va peraltro sottolineato come la Banca nazionale si muova in un contesto elvetico che vede un rallentamento della crescita dei prezzi. L'inflazione ha toccato un massimo dell'anno in aprile e in maggio, all'1,4%, ed è poi scesa sino all'1,1% in agosto: si trova quindi quasi perfettamente al centro della fascia di obiettivo che la BNS considera di stabilità, cioè un rincaro compreso fra 0% e 2%.
Per frenare la progressione dei prezzi la BNS fra il 2022 (inflazione media annua al 2,8%) e il 2023 (rincaro al 2,1%) aveva proceduto a cinque aumenti del tasso guida, che era così salito dal -0,75% al +1,75%. Lo scorso 21 marzo, constatando che l'inflazione era scesa sotto il 2%, l'entità guidata sino alla fine del corrente mese da Thomas Jordan - il suo successore è l'attuale vicepresidente della direzione Martin Schlegel - aveva proceduto a un taglio del costo del denaro, che era sceso all'1,50%: la BNS era stata la prima grande banca centrale ad operare una sforbiciata ai tassi, dopo la fase di rialzi dei prezzi avvenuta in particolare in concomitanza con l'inizio della guerra in Ucraina e le relative sanzioni contro la Russia. L'istituto ha confermato lo stesso approccio nell'ultimo esame della politica monetaria: il 20 giugno ha ulteriormente abbassato l'indicatore di riferimento portandolo all'1,25%. Oggi è arrivato un ulteriore passo indietro. Il prossimo esame trimestrale della situazione è in programma il 12 dicembre.
Jordan: «L'inflazione è nettamente arretrata e scenderà ancora»
L'inflazione è scesa in Svizzera, mentre le stime sull'evoluzione futura del rincaro sono state corrette al ribasso ed è possibile che lo saranno ancora: è questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato oggi dal presidente della direzione della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan.
«La pressione inflazionistica in Svizzera è ancora nettamente arretrata rispetto al trimestre precedente», ha affermato il 61enne che lascerà la carica a fine mese, quando sarà sostituito dall'attuale vicepresidente Martin Schlegel. «Questa diminuzione riflette fra l'altro l'apprezzamento del franco negli ultimi tre mesi».
La BNS ha proceduto quindi oggi a un allentamento monetario, abbassando il tasso guida di 0,25 punti all'1,00%. «Nei prossimi trimestri potranno rendersi necessarie ulteriori riduzioni del tasso di interesse per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine», ha aggiunto Jordan, aprendo quindi la strada a ulteriori tagli. «Ribadiamo inoltre la nostra disponibilità ad agire all'occorrenza sul mercato dei cambi».
La pressione inflazionistica all'estero dovrebbe continuare a ridursi gradualmente nei prossimi trimestri e al contempo dovrebbe proseguire la crescita moderata dell'economia mondiale. I rischi sono comunque significativi: «le tensioni geopolitiche potrebbero acuirsi e comportare un indebolimento dell'andamento economico mondiale». Nello stesso tempo non è da escludere che l'inflazione in alcuni paesi rimanga accentuata più a lungo.
«L'incertezza riguardo all'andamento dell'inflazione è tuttora elevata», ha aggiunto lo specialista con dottorato all'Università di Berna e studi a Harvard (Usa). «Nel complesso consideriamo attualmente i rischi al ribasso per l'inflazione più elevati di quelli al rialzo. Continueremo a osservare attentamente l'evolversi della situazione e, se necessario, allenteremo ulteriormente la nostra politica monetaria per far sì che l'inflazione a medio termine si mantenga nell'area di stabilità dei prezzi», ha concluso il manager che tra pochi giorni lascerà l'incarico dopo 17 anni nella direzione, di cui dodici quale numero uno.
Corrette al ribasso le previsioni sull'inflazione 2024-2026
La Banca nazionale corregge al ribasso le sue previsioni per l'inflazione in Svizzera: i prezzi dovrebbero salire dell'1,2% quest'anno, dello 0,6% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026.
Le stime pubblicate oggi nell'ambito del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria (con il taglio del tasso di 0,25 punti all'1,00%) sono più basse di quelle avanzate tre mesi or sono, che vedevano il rincaro rispettivamente a 1,3% (2024), 1,1% (2025) e 1,0% (2026).
L'istituto guidato sino a fine mese da Thomas Jordan ha per contro confermato i pronostici riguardo alla crescita dell'economia svizzera: il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare di «circa l'1%» quest'anno e di «circa l'1,5%» nel 2025. In giugno erano state presentate le stesse stime.
«Con l'allentamento della politica monetaria annunciato oggi la Banca nazionale tiene conto della ridotta pressione inflazionistica», si legge in un comunicato diffuso dalla BNS. «Nei prossimi trimestri potranno rendersi necessarie ulteriori riduzioni per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine».
La pressione inflazionistica all'estero dovrebbe continuare a ridursi gradualmente nei prossimi trimestri. Al contempo dovrebbe proseguire la crescita moderata dell'economia mondiale, fermo restato i rischi, ritenuti significativi, legati alle tensioni geopolitiche.
Nei prossimi trimestri la crescita in Svizzera dovrebbe risultare piuttosto contenuta a causa del recente rafforzamento del franco e dell'evoluzione moderata della congiuntura globale, concludono gli esperti della BNS.
Il lancio dei pagamenti istantanei è stato un successo
Il lancio dei pagamenti istantanei, disponibili in Svizzera dal 20 agosto, si è svolto con successo: lo ha affermato oggi Antoine Martin, membro della direzione della Banca nazionale svizzera (BNS), in occasione della conferenza stampa in cui l'istituto ha annunciato un taglio del tasso guida (-0,25 punti all'1,00%) e l'abbassamento delle previsioni di inflazione.
Da poco più di un mese i clienti hanno la possibilità la possibilità di effettuare bonifici che vengono eseguiti nel giro di pochi secondi, tutti i giorni e 24 ore su 24, ha ricordato il 55enne. Attualmente una sessantina di istituti può ricevere e trattare questo tipo di ordini, per una copertura di oltre il 95% dei pagamenti al dettaglio in Svizzera.
«Già nella prima settimana dopo l'introduzione sono state effettuate anche più di 10'000 transazioni al giorno», ha spiegato l'esperto con laurea in economia a Losanna e dottorato negli Stati Uniti. «Le banche commerciali partecipanti riportano un'operatività regolare e noi dal canto nostro osserviamo tempi di elaborazione notevolmente brevi, pari a circa due secondi in media».
I pagamenti istantanei portano beneficio sia ai privati che alle imprese, come pure alle banche commerciali, ha proseguito lo specialista. I privati usufruiscono di un circuito al dettaglio più efficiente: per esempio, nella compravendita di un veicolo la cui consegna è effettuata solo a pagamento avvenuto, grazie al bonifico istantaneo l'importo viene accreditato immediatamente sul conto della parte venditrice. Il trasferimento diretto e immediato di valore permette inoltre di eliminare il rischio di controparte per le istituzioni finanziarie, poiché viene meno la necessità di accreditare in anticipo l'importo sul conto cliente. I pagamenti istantanei agevolano infine la gestione della liquidità delle imprese.
Nel suo intervento Martin non ha fatto invece riferimento ai rischi di questa novità: nei mesi scorsi la stampa consumeristica ha ricordato che tali pagamenti, più immediati, possono potenzialmente anche aprire la strada a truffe.
«La BNS si attende che nel medio periodo i pagamenti istantanei si affermeranno nel circuito dei pagamenti elettronici come nuovo standard e con condizioni competitive», ha concluso Martin. «Sosterremo tale sviluppo anche in futuro».