La Catalogna è divisa sulla rielezione di Puigdemont

È di nuovo guerra di parole fra il premier spagnolo Mariano Rajoy e il l'ex-president catalano Carles Puigdemont
Red. Online
15.01.2018 21:05

MADRID - È di nuovo guerra di parole fra il premier spagnolo Mariano Rajoy e il l'ex-president catalano Carles Puigdemont, candidato alla propria successione dall'esilio belga in vista dell'elezione del nuovo leader della Catalogna.

L'avvertimento di Rajoy e la replica

Rajoy ha avvertito oggi Puigdemont che, se grazie alla maggioranza assoluta indipendentista nel nuovo Parlament di Barcellona, sarà eletto "a distanza", cioè restando in Belgio e non tornando in Spagna dove rischia l'arresto immediato, Madrid manterrà il controllo della Catalogna scattato in novembre grazie all'articolo 155 della costituzione imposto dopo la proclamazione della "repubblica". "Non può governare da Bruxelles", ha infine avvertito. Una "elezione telematica" sarebbe "illegale", ha poi denunciato la sua vicepremier Soraya Saenz de Santamaria. Puigdemont ha replicato che lo stesso Rajoy ora governa la Catalogna "da Madrid" con i poteri speciali ex-art.155, "con solo 4 deputati" (i 4 su 135 ottenuti dal Pp alle catalane di dicembre).

Una situazione incerta

A due settimane dalla sessione di investitura del nuovo President, la situazione rimane quindi molto incerta. Puigdemont, che si considera il "presidente legittimo" e ritiene illegale il commissariamento, esige che con la sua rielezione venga "restituito" il Govern destituito. Alle elezioni gli indipendentisti (JxCat, Erc e Cup, 170 seggi) hanno riconquistato la maggioranza assoluta, davanti agli unionisti (Cs, Psc, Pp) fermi a 57 deputati e alla "terza via" di Podemos (8). Madrid si oppone minacciando un immediato ricorso alla Corte costituzionale che sospenderà l'elezione e il prolungamento del commissariamento. Fino probabilmente a nuove elezioni nel giro di due mesi.

Appelli al "realismo" sono invece giunti da Junqueras e dalla sua numero due Marta Rovira.  La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che 8 dei 70 deputati indipendentisti sono in carcere o in auto-esilio in Belgio. Il Tribunale Supremo spagnolo ha vietato a Junqueras e agli altri due deputati detenuti di partecipare ai lavori del Parlament, autorizzandoli però a delegare il voto. Non è chiaro se potranno farlo gli "esuli" di Bruxelles, mettendo a rischio la maggioranza assoluta. Se non potranno, sarà necessario un accordo con gli 8 di Podemos. Il primo test è previsto mercoledì con la cruciale seduta costitutiva del Parlament e l'elezione del suo nuovo presidente.