L'analisi

La Chiesa e l'intelligenza artificiale: «È molto positivo che la tecnologia non sia demonizzata»

Secondo il prorettore dell’USI all’Innovazione Luca Gambardella «è decisivo che la macchina resti al servizio dell’uomo»
Luca Gambardella. ©Gabriele Putzu
Dario Campione
25.01.2024 06:00

«Contento, più che sorpreso, che la Chiesa abbia un approccio così aperto e non pregiudizialmente negativo verso la tecnologia e il futuro».

Luca Gambardella, prorettore all’Innovazione dell’Università della Svizzera Italiana e direttore del master in Intelligenza artificiale dell’ateneo luganese commenta il messaggio firmato ieri da Francesco in occasione della 58.esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. E lo fa a partire da due considerazioni del Papa con cui si dice in piena sintonia: «La prima - spiega al CdT - è tenere sempre l’uomo al centro della discussione. La seconda, insistere sulla necessità della massima trasparenza dei dati».

Di quanto afferma il pontefice nel suo messaggio, Gambardella apprezza anche premessa e conclusioni: «Trovo interessante che il Papa solleciti tutti a non demonizzare la tecnologia e mi piace anche il finale, il fatto cioè che Francesco non tiri adesso una conclusione ma inviti a esprimere una giudizio sulla base di ciò che effettivamente accadrà».

L’intelligenza artificiale non è l’apocalissi. E nemmeno il demonio. Spetta agli esseri umani fare in modo che sia utile. «Tolto l’aspetto dell’avvicinamento o della pretesa di sostituirsi a Dio, argomento su cui un Papa deve ovviamente esprimersi - dice ancora Gambardella - condivido quanto afferma Francesco, ovvero che siamo chiamati a fare in modo che la macchina sia al servizio dell’uomo e non viceversa, che non ci sia inquinamento cognitivo ma che si combatta pure ogni forma di pigrizia tecnologica, che nessuno cioè deleghi scelte e soluzioni unicamente agli algoritimi».

In fondo, spiega ancora il prorettore dell’USI, il pontefice esorta tutti noi «ad alimentare il senso critico. Cosa che anch’io giudico indispensabile, soprattutto nei giovani. In un futuro non troppo lontano dovremo essere sempre più capaci di lavorare in un mondo ibrido. La nostra attitudine a decidere e a valutare i suggerimenti della macchina farà la differenza».

L’ultimo punto riguarda l’invito di papa Francesco a regole condivise in tutto il mondo. «Un discorso molto giusto - dice Gambardella - che tuttavia non può essere specifico dell’intelligenza artificiale ma deve valere per tutto: energia, inquinamento, diritti umani. Su questo, credo che vi sia sempre di più la necessità di un confronto».