La Cina oscura l’NBA per il sostegno alle proteste di Hong Kong

«Crediamo che qualsiasi commento che sfidi la sovranità nazionale e la stabilità sociale non siano nell’ambito della libertà di parola - ha affermato il network di Hong Kong CCTV sui suoi social media -. A questo scopo, il canale sportivo della CCTV ha deciso di sospendere immediatamente i piani sulla trasmissione delle partite NBA di pre-campionato (i cosiddetti «China Games», ndr.) e avvierà immediatamente un’indagine sulla cooperazione e la comunicazione che coinvolge l’NBA».
La lega di basket è infatti finita sotto nel mirino di Hong Kong per il tweet di sostegno firmato da Daryl Morey, general manager degli Houston Rockets, a favore delle dimostranti che da quattro mesi stanno scuotendo il territorio autonomo con le proteste pro-democrazia, con alcune frange estreme divenute sempre più violente.
L’annuncio della CCTV è relativo alle due esibizioni della NBA in Cina che quest’anno vedono impegnati i Los Angeles Lakers e i Brooklyn Nets: i due team dovrebbero affrontarsi giovedì a Shanghai e sabato a Shenzhen. La tv statale, tuttavia, non ha menzionato il destino delle partite di campionato e o gli altri legami attivi, anche se è ragionevole pensare che la NBA potrebbe accusare danni significativi.
CCTV e Tencent Holdings, che trasmette in streaming le partite del basket USA, hanno messo nel mirino i Rockets, scaricati anche dai principali sponsor cinesi. Il nome della squadra dell’ex star cinese Yao Ming è sparito da tutte le ricerche su Alibaba e JD.com, le due principali piattaforme locali dell’e-commerce.
La reazione della lega
L’NBA ha definito «disdicevole» i commenti di Morey, ma il commissario della lega Adam Silver ha ieri insisto sul suo diritto di esprimere le opinioni. «Esprimiamo forte disappunto e ci opponiamo ai commenti (di Silver, ndr.) a favore del diritto di Morey sul diritto della libertà di espressione», ha ribattuto la CCTV.
«È inevitabile che nel mondo ci siano diversi punti di vista su diversi temi. La NBA comunque non si metterà nella posizione di fissare regolare su quello che giocatori, dipendenti e proprietari di squadre possono o non possono dire sui diversi temi. Non possiamo semplicemente operare in questo modo», aggiunge Silver, chiarendo la posizione della NBA dopo che il comunicato iniziale sul caso aveva causato un’ondata di critiche.
«Ammetto che il nostro iniziale comunicato ha lasciato molti confusi e arrabbiati. Voglio essere chiaro. Negli ultimi tre decenni la NBA ha sviluppato una grande affinità con la Cina. Come altri grandi marchi, anche noi portiamo la nostra attività in posti che hanno diversi sistemi politici - spiega Silver -. Ma i valori di uguaglianza, rispetto e libertà di espressione hanno da sempre caratterizzato la NBA e continueranno a farlo».