Misure di risparmio

La Città di Lugano taglia del 20% i fondi alle parrocchie

Nel 2026 e nel 2027, dice la curia, la riduzione dei contributi «inciderà in maniera significativa sulle attività pastorali»
La parrocchia del Cristo risorto a Lugano. © CdT/Archivio
Dario Campione
22.09.2025 06:00

In attesa di conoscere chi sarà a guidare la curia nei prossimi anni, la Chiesa ticinese rimane alle prese con evidenti problemi di bilancio. Gli stessi che avevano portato alla rinuncia di Valerio Lazzeri.

I consuntivi 2022, 2023 e 2024 sono stati negativi: -837 mila franchi il primo, -853 mila il secondo e -190 mila il terzo. I conti, quindi, non tornano ormai da moltissimo tempo. E non aiutano - in questo senso - scelte come quelle del Municipio di Lugano, che per i prossimi due anni ha deciso di abbassare del 20% il proprio contributo alle parrocchie della città.

Sia nel 2026, sia nel 2027, invece di 385.110 franchi le parrocchie riceveranno complessivamente 310.110 franchi. Un taglio netto di 75 mila franchi, che inciderà in modo pesante sulle attività della Chiesa.

Sacrifici e e aspettative

«Siamo perfettamente consapevoli che ogni misura comporta sacrifici e può deludere alcune aspettative - aveva detto a maggio, in un’intervista rilasciata al Corriere del Ticino, il capodicastero Finanze di Lugano, Marco Chiesa, spiegando le ragioni che avevano portato a misure di risparmio per 10 milioni di franchi - Le scorciatoie non esistono, ciò di cui abbiamo bisogno oggi non sono illusioni, bensì realismo. È stato scelto di affrontare la realtà, non di nasconderla», aveva sottolineato Chiesa.

In una nota di commento inviata alla nostra redazione nei giorni scorsi, la Curia ha scritto di aver «preso atto della comunicazione fatta dalla Città di Lugano relativa alle misure di risparmio, che toccano anche le parrocchie del territorio comunale. Certamente, questi tagli incideranno in maniera significativa in particolare sulle attività pastorali e sulle proposte socio-culturali a favore di tutti, indistintamente, andando così a gravare le finanze delle parrocchie. Senza dimenticare l’impegno, portato avanti da tanto volontariato, nel conservare e restaurare gli edifici sacri della città».

Una presa d’atto, quella della diocesi ticinese, che non è, tuttavia, rinuncia alla discussione e al dialogo per tentare di ridurre o limitare i tagli.

Le stesse «parrocchie colpite dai provvedimenti - si legge ancora nella nota - si stanno attivando attraverso i canali istituzionali per un confronto diretto con le autorità comunali. La curia vescovile intende, in un secondo tempo, attivare un coordinamento ampio di parrocchie del territorio comunale, per accompagnare in questo processo alla ricerca di soluzioni consensuali».