La città impiega donne che portano il velo: a Ginevra è polemica

A Ginevra è polemica attorno ai Servizi industriali della città, rei di aver fatto affidamento a personale che porta il velo. Il problema? Nella città di Calvino il 9 marzo del 2019 è entrata in vigore la «legge cantonale sulla laicità» che vieta a tutte le persone che esercitano una funzione pubblica di esibire in modo vistoso simboli religiosi. Ora, essendo i Servizi industriali di Ginevra (SIG) un organismo autonomo di diritto pubblico, essi sono tenuti a rispettare questa legge. Al centro delle critiche, in particolare, sono finite due dipendenti di una società di Losanna, una SARL (Società a responsabilità limitata, ndr.), a cui SIG aveva fatto affidamento secondo quanto riporta Watson, che ha scoperchiato il caso.
Ma facciamo un passo indietro e ricostruiamo l'intera vicenda. È la metà di agosto quando due volantini in formato A5 accompagnati da una lettera di spiegazione sono affissi nella hall di un palazzo di Ginevra. I manifesti recitano: «Dei/Delle consiglieri/e SIG-Eco21 presto all'entrata del vostro immobile». Ad accompagnare l'annuncio, sui volantini sono presenti anche le foto degli operatori che si recheranno all'ingresso dell'abitazione per fornire i propri servizi: due giovani donne con il velo e due giovani uomini. I quattro indossano una maglietta verde chiaro, ovvero la tenuta ufficiale portata dalle persone incaricate dai Servizi industriali di Ginevra di questa missione presso inquilini e proprietari di alloggi.
Ma che cosa è la campagna SIG-Eco21? Come spiegato nella lettera che accompagna i volantini, essa consiste in un'operazione volta a fornire consigli in materia di spreco energetico e a installare apparecchi che permettono di ridurre il consumo d'acqua calda ed elettricità.
Ora, all'origine della polemica scoppiata sulle rive del Lemano ci sono proprio questi volantini. Vedendoli, infatti, un abitante dell'immobile decide di avvisare un gruppo di cittadini laici in quanto ritiene che, con il loro abbigliamento, le due donne violino la legge cantonale sulla laicità. Il gruppo di cittadini invia così una lettera ai Servizi industriali di Ginevra chiedendo «come ciò (ovvero che rappresentanti della città portino il velo, ndr.) sia possibile nella Ginevra femminista e laica dove una legge vieta al personale amministrativo in missione, indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro, di fare proselitismo religioso?».
Il 2 di settembre la direttrice delle relazioni pubbliche dei Servizi industriali di Ginevra risponde al gruppo di cittadini che «SIG ha deciso di sospendere provvisoriamente le visite che queste persone (le due ragazze con il velo, ndr.) effettuano nelle abitazioni». La lettera prosegue precisando: «Attualmente stiamo analizzando l'applicazione della legge sulla laicità per quanto riguarda il caso in questione e non mancheremo di fornire ulteriori dettagli non appena possibile».
A seguito della vicenda, anche Watson ha deciso di prendere contatto con i Servizi industriali di Ginevra i quali, tramite il portavoce Christian Bernet, fanno sapere che le quattro persone raffigurate sui volantini al centro delle polemiche lavorano per «una società attiva in campo ambientale». I SIG si sono però rifiutati di fare il nome dell'azienda. Tuttavia, secondo le ricerche effettuate dal sito d'informazione, si tratterebbe di una società di Losanna. I Servizi industriali di Ginevra precisano poi che a fare le foto dei volantini sono stati loro. A seguito della lettera inviata dal gruppo di cittadini laici, fanno sapere i SIG, «abbiamo immediatamente domandato alla società in questione di non più mandarci collaboratrici che indossano il velo per le visite Eco21 fino a quando il nostro servizio giuridico non ci fornirà un parere». Parere che non ha tardato ad arrivare spiega Christian Bernet. «Da esso emerge che le persone incaricate da SIG debbano sottostare alla legge sulla laicità e non possano di conseguenza indossare il velo quando effettuano le visite per il programma Eco21».